Ciao ragazze! Durante un giro al Fuorisalone qualche giorno fa, in occasione della settimana del design milanese, la cosa che più mi ha colpita è stato lo spopolare delle stampanti 3D. Io, però, le avevo sempre pensate in una logica di progettazione e prototipazione rapida, ma ho scoperto che c’è ben di più, le possibilità che offrono sono davvero infinite.
Come può quindi la tecnologia delle stampanti 3D attirare l’attenzione di una beauty blogger?
All’interno del Superstudio Più, spazio veramente enorme, con una miriade di esposizioni è bastato un piccolo banchetto, quello di Maison 203: gioielli stampati in 3D.
La stampante 3D è il vero anello di congiunzione di un mondo così virtuale come quello dei modelli 3D che diventa una nuova forma di artigianato: l’artigianato digitale.
Cristalli stilizzati leggeri eppure resistentissimi, gruppi di foglioline che creano collane e anelli, geometrie tribali che ricordano l’artigianato etnico.
A partire da un unico filo di materiale plastico (tra cui il PLA, una bioplastica derivata dall’amido di mais - 100% eco-friendly) nascono infinite forme plasmate da designer e poi dipinte a mano che diventano collane, orecchini, bracciali, spille, anelli.
E tutto ciò prodotto da un’azienda italiana, di Treviso e con una stampante brianzola (Sharebot). E uno pensa di dover andare chissà dove per scoprire cose nuove, quando l’innovazione ce l’abbiamo proprio sotto il naso.
c.