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Giorgio Napolitano ci salverà dalla crisi? Si, si, ma anche no..

Creato il 30 marzo 2013 da Postscriptum
 

zeppelin

Il nostro Paese sta attraversando una crisi politica spaventosa, direttamente collegata con l’assurdo risultato delle elezioni di qualche settimana fa e, ancor più nello specifico, con il baratro verso il quale ci ha condotti una classe politica arraffona e disonesta. In pratica non essendoci una maggioranza netta in parlamento, avendo noi stessi votato gente incapace di dialogare, di programmare, di pensare, gente che ha perso completamente il senso del ridicolo e della vergogna e altra che non sa neanche cosa siano il ridicolo o la vergogna, ci troviamo nella condizione di non poter avere un governo stabile. E forse non ce lo meritiamo neanche. Siamo come lo Zeppelin della foto, con la differenza che il nostro è un Lead Zeppelin. Di piombo.

 

Quando hai 88 anni e nel tuo ruolo di presidente della Repubblica Italiana hai già dovuto fronteggiare una crisi avvilente e vergognosa, in cui sei stato costretto a sollevare dal suo incarico un premier che andava con le minorenni, rubava costantemente dalle tasche degli italiani e aveva reso la politica quello schifo che è anche oggi, pensi forse di averle viste tutte, invece, Giorgio Napolitano si è dovuto sobbarcare prima un colloquio con Bersani (e non provo nemmeno a immaginare le metafore cretine che gli ha propinato) e poi una fitta serie di incontri con gli altri candidati alla presidenza del consiglio per farsi un’idea di come andavano le cose e prendere una decisione.

La decisione, però, non c’è stata. Anzi, stamane sentiamo anche che, se servisse, Napolitano sarebbe disposto a dare le dimissioni per costringere i postulanti a pervenire da soli ad una soluzione, tanto più che, come scrive Ken Follet, la politica è solo un patto tra postulanti.

Ho provato ad immaginarmi la scena. Napolitano che, nonostante sia quasi alla fine del suo mandato, si trova di fronte un Bersani piagnucoloso e pensa ” ma come posso affidare il paese nelle mani di questo amante delle metafore”, un Berlusconi e pensa “Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?” e poi c’è il caso Grillo. L’intoccabile, incriticabile, eminentissimo possessore della più incorrotta e limpida fibra morale che l’Italia abbia mai visto nei secoli dei secoli, non si degna nemmeno di andare a colloquio con il presidente, forse limitandosi ad interagire telepaticamente con il dormiente Crimi; salvo poi andare a vomitare sul web la solita massa di polemiche velate e non, con il solito garbo che lo contraddistingue e lo eguaglia pericolosamente alle persone che lui stesso critica. Chi manca in questo sconcertante scenario? Ci starebbe bene qualsiasi altro saltimbanco..

Stando così le cose, come ci si può aspettare che Napolitano riesca a gestire la situazione? Quanto ancora si può chiedere ad una persona che ha salvato la faccia a questo Paese già una volta e che sta lottando per farlo una seconda?

In caso di dimissioni del presidente, Bersani & Co. si troverebbero nella condizione di eleggere prima il capo dello stato, per poi dedicarsi di nuovo alla presidenza del consiglio. Sarebbe così sbagliato pensare che gli stessi colpevoli della situazione trovino la soluzione per uscire fuori dalla crisi?

In alternativa potremmo chiedere a Papa Francesco..

 


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