– Mulatto (la nonna è eritrea), partecipa il 28 maggio 1980 all’omicidio dell’appuntato di polizia Franco Evagelista, detto Serpico, in servizio davanti al liceo romano Giulio Cesare. Pare che l’obiettivo del gruppo di fuoco fosse quello di schiaffeggiare gli agenti, come sfregio alla crescente militarizzazione del territorio posta in essere dalle forze dell’ordine in quel periodo. La reazione dei poliziotti provocherà una sparatoria nella quale, appunto, rimarrà ucciso Evangelista.
– Il 9 settembre è parte attiva del commando che uccide Francesco Mangiameli, esponente del gruppo neofascista Terza Posizione, accusato di aver rubato il denaro destinato all’evasione di Pierluigi Concutelli e di aver espresso giudizi poco lusinghieri proprio su Vale per via del colore della sua pelle. Mangiameli viene prima ucciso e poi zavorrato in fondo a un lago, salvo poi riaffiorare ed essere così scoperto dalle forze dell’ordine.
– Nel settembre dell’80, dopo la strage di Bologna, la magistratura emette decine di ordini di arresto ai danni di esponenti di Terza Posizione i quali però fanno in tempo a fuggire all’estero. Vale, non ancora maggiorenne, diventa uno dei capi carismatici del gruppo.
– Giorgio Vale viene tirato in ballo a seguito delle indagini sulla strage di Bologna dal capo del SISMI generale Santovito che lo identifica come punto di contatto tra l’eversione italiana e gruppi terroristici franco/tedeschi. In particolare vengono ritrovati, nel gennaio 1981, sul treno Taranto-Milano: due mitra MAB, esplosivo T 4 (lo stesso utilizzato per la strage) e due biglietti aerei intestati ad un francese e ad un tedesco con destinazione Parigi e Monaco. In seguito viene accertato che tutto il materiale era stato collocato dai servizi segreti per depistare le indagini sulla strage. Nel 1995 con sentenza definitiva vengono condannati per il depistaggio Licio Gelli e Francesco Pazienza, oltre a vari esponenti dei servizi segreti. La stessa sentenza scagiona Vale (post mortem) da ogni responsabilità. [LEGGI SENTENZA]
– Nel gennaio del 1980 Vale, ancora in Terza Posizione, si avvicina sempre più ai NAR di Fioravanti. Le ragioni sono da individuarsi nella mancanza di risolutezza e nell’autoritarismo dei maggiori dirigenti di TP accusati tra l’altro di essere fuggiti all’estero con la cassa del movimento. Vale cura i contatti con le altre organizzazioni ma è conscio della mancanza di una figura carismatica all’interno di TP.
– La prima azione di Vale coi NAR è funzionale alla sottrazione di un mitra M12 ad un poliziotto: l’esito sarà l’omicidio dell’agente Maurizio Arnesano. A Vale cade anche la pistola, durante la fuga, ma Fioravanti esprime giudizio favorevole su di lui.
– Il 5 febbraio 1981 Vale assiste all’arresto di Giusva Fioravanti, avvenuto durante un tentativo di recupero armi, nei pressi del Canale Scaricatore di Padova. Assieme alla Mambro sono presenti anche il fratello di Giusva Fioravanti (Cristiano) e Gigi Cavallini. Nella sparatoria periscono due carabinieri: Enea Condotto e Luigi Maronese . Fioravanti viene ferito ad una gamba: decide di attendere all’interno di un appartamento i soccorsi, propedeutici all’arresto.
– Il 30 settembre 1981 viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, all’interno di un regolamento di conti nell’ambito dell’estrema destra romana. Amico intimo di Luigi Ciavardini viene ritenuto un “infame traditore”. Pizzari viene ucciso da un commando composto da quattro uomini travestiti da poliziotti. L’azione viene rivendicata da Volante Rossa ma in realtà è compiuta dai NAR. All’azione partecipa Francesca Mambro mentre Vale svolge un compito di staffetta e autista così come per l’omicidio Straullu.
– Nelle rapine dove c’è un alto rischio di conflitto a fuoco Vale ricopre un ruolo di copertura: per esempio nella rapina miliardaria ai danni del gioielliere Marletta che determina la fusione tra NAR ed ex di Terza Posizione. La nuova banda prenderà il nome di NAR2, dalla denominazione del processo che verrà celebrato ai componenti del nuovo nucleo armato.
– Il 5 marzo 1982 Vale prende parte ad una rapina ad una banca romana. A seguito di questa azione viene ucciso uno studente (Alessandro Caravillani) e catturata Francesca Mambro. Con gli arresti di Mambro e Fioravanti, nonché con l’uccisione di Alessandro Alibrandi a seguito di un conflitto a fuoco la polizia è convinta di poter chiudere definitivamente la partita con i NAR provando a catturare anche Vale. Le forze dell’ordine riescono ad individuare il luogo nel quale si nasconde: si tratta di un appartamento di via Decio Mure 43, nel quartiere Quadraro. Durante la stessa giornata, poco prima di mezzogiorno, la polizia decide per una irruzione nella quale rimane ucciso Vale.
– Nello stesso appartamento nel quale stava asserragliato furono trovati centinaia di proiettili sparati da armi in dotazione DIGOS ma in base ai risultati della autopsia risultò che Vale sarebbe morto a seguito di un unico proiettile (alla tempia). Si parlò di suicidio ma dai dati derivanti dalla verifica col guanto di paraffina sarebbe risultato che Vale non aveva affatto sparato.