(via LSDI) - Dopo Openleaks, ecco altri due siti sulla scia di WikiLeaks. Si tratta di Brusselsleaks, un sito nato per iniziativa di un gruppo di giornalisti e addetti alla comunicazione che - hanno spiegato all' European Journalism Centre - hanno sempre ''sentito parlare o visto circolare documenti riservati'' e che si impegnano ora a vederli pubblicati. E Tradeleaks, che annuncia di voler fare nel campo del commercio quello che Wikileaks fa nel settore della politica.
BruxellesLeaks ricorda che la città è il luogo dove vengono prese delle decisioni di grande impatto a livello planetario e che alla capitale dell' Unione europea fa capo una vastissima rete di consulenti, avvocati, associazioni, aziende, NGO, ecc.) che cercano di influenzare il processo legislativo. Si tratta di almeno 15.000 addetti di circa 2.600 organizzazioni e strutture che hanno uffici stabili in città e che maneggiano una imponente quantità di documenti.
Per quanto riguarda invece TradeLeaks, il sito - che è sostenuto da Ruslan Kogan, titolare della grande azienda di produzione e commercio di materiale elettronico Kogan Technologies -, punta ''alla apertura e alla trasparenza nel campo del commercio e del mercato''. ''Offriamo ai consumatori e alle fonti interne alle organizzazioni aziendali - annuncia - uno strumento anonimo che consenta di 'soffiare' al pubblico informazioni sulla gestione economica delle aziende, pubblicando informazioni e materiali documentari direttamente sul sito''.
A differenza però di WikiLeaks, che fa una scrematura preliminare dei materiali da diffondere, TradeLeaks sostiene che consentirà di pubblicare informazioni anche su se stessa . Al momento però, rileva l' Ejc, il post più letto dagli utenti suggerisce che si possa trattare di una perdita di tempo e di una semplice trovata pubblicitaria.
E, dato che Kogan è stato recentemente condannato a modificare le sue campagne pubblicitarie dall' Australian Competition and Consumer Commission, in quanto accusato di comportamento ingannevole, può darsi che TradeLeaks abbia un impatto meno forte di quello dei suoi simili.
(da Libertà di Stampa Diritto all'Informazione)