Il giornalismo italiano non sta benissimo. L’appartenenza a qualcosa (un partito, una squadra, un pensiero fisso-una convinzione) allontanano dalla verità (il lettore). Il Magro e il Grasso, l’altro giorno, hanno dato il peggio sulla vicenda Berlusconi-Ruby (ma non troppo). Il Magro, come gli capita, ha fatto sincera pena, ma l’altro non è andato granché, non stavolta. In mezzo c’era il Medio.
Ecco, il Medio. Avevamo un grandissimo autore di tiggì e ce lo ritroviamo così, molto più in giù, a fingere di stupirsi che il Magro e il Grasso si tirano merda.
Avevamo anche uno straordinario telecronista, Caressa Fabio, ridotto a fare il marito della ragazza che cucina.
E avevamo pure un ottimo critico televisivo, capace di scrivere (bene) pezzi vari. Pure lui, ahilui, direzione delirio.
Nel frattempo, continuiamo a sopportare isterici e arroganti, partigiani e lacchè.
Fortuna che il nostro numero 1 dipinge ancora. Brontolone, com’è sempre stato, pure di più. Ma capace, sempre e per sempre, di insegnare (anche) come si scrive un pezzo di cronaca nera.