Cecilia Anesi, giornalista e presidente dell’Irpi (Investigative Reporting Project Italy – irpi.eu), è stata intervistata pochi giorni or sono da Paolo Curreli (La Nuova Sardegna), sull’Irpi e sulle condizioni del giornalismo d’inchiesta.
L’Irpi è un’associazione di giornalisti investigativi che sta sperimentando nuovi modelli di distribuzione del giornalismo investigativo.
Dall’Irpi partono servizi di giornalismo investigativo locale e transnazionale su diversi argomenti. I servizi si estendono dalla forma testuale a quella multimediale. Di recente, l’Irpi ha lanciato una piattaforma in rete che si chiama Irpileaks, grazie al centro studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani, che permette di inoltrare segnalazioni anonime tutelando la fonte. Sarà poi il board di giornalisti a vagliare le segnalazioni e a sviluppare delle inchieste sui temi ritenuti di rilevanza pubblica e sulle notizie attendibili.
Secondo la Anesi «è chiaro che il pubblico non vuole solo le storie di Belen, è interessato anche a quelle che gli forniscono informazioni sul mondo in cui vive. L’esempio del nostro lavoro sull’olio è esemplare, sicuramente anche la mitica casalinga di Voghera è interessata al tema».
A c. di Aurelio Girolamo & staff Firstmaster Magazine
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