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Giornalismo: lettori e motori di ricerca (Seo)

Creato il 17 febbraio 2014 da Redazione Firstmaster Magazine @FirstMasterFad
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Se i tuoi testi non sono nelle prime pagine dei motori di ricerca, certamente fai errori come questi.

Comprendere sia le capacità che i limiti dei motori di ricerca consente di interagire correttamente con le dinamiche di Seo (search engine optimization). Il punto di partenza è questo: la tecnologia dei motori di ricerca è potente, ma limitata. Ci sono limiti tecnici che come giornalista devi conoscere se non vuoi essere penalizzato dalla valutazione automatica (algoritmi) dei tuoi articoli giornalistici.
Tra i vari errori da non fare, questi quattro sono i più diffusi e i più importanti.

1) Contenuto interpretabile
I motori di ricerca sono in grado di leggere e valutare  il testo (in  Html), ma non i rich media, come i file Flash (animazioni), i disegni, le foto e i video. Per una corretta valutazione da parte dei motori di ricerca, devi dare a questi file un nome che contenga la parola chiave dell’articolo. Se hai accesso alla pubblicazione diretta, sul sito, devi fare la stessa operazione anche nel campo “Alt”.

2) Parola-chiave ottimale
La parola-chiave dell’articolo deve essere quella che usano comunemente le persone per le ricerche online. Nel master di giornalismo FirstMaster c’è l’esempio della coppia di parole Pmi-imprese. Dove “Pmi” è il termine più usato nel giornalismo stampato per indicare le imprese, ma online è il termine “imprese” quello ricercato. L’esempio vale per molti altri termini che hanno un corrispondente nel linguaggio comune. E’ questo il termine da preferire e da ripetere nell’articolo.
Per la scelta della parola-chiave ottimale si può utilizzare l’intuito, oppure si possono utilizzare i dati di ricerca che Google ed altri mettono a disposizione dei giornalisti online e di tutti gli altri interessati.

3) Eliminazione dei sinonimi
Un altro errore che deriva dal giornalismo stampato è quello di utilizzare i sinonimi, per essere più colorito e per non ripetere sempre la stessa parola. Ma i motori di ricerca non sono quasi mai in grado di capire i sinonimi, le allusioni e il linguaggio figurato. 
Quindi un titolo ricorrente come “Toro in Borsa” (per dire che la Borsa è in fase positiva), è perdente online. Ugualmente perdente online è la parola “boom” per indicare un successo clamoroso. O “Rivolta a Palazzo” per indicare una protesta dell’opposizione. 

4) Url decifrabile
Se come giornalista hai accesso alla pubblicazione sul sito, dovresti completare il lavoro di pubblicazione controllando l’url del tuo articolo. L’url è  quella stringa di testo che identifica ogni pagina online e quindi ogni articolo pubblicato.
L’url dovrebbe contenere il percorso di accesso all’articolo e il titolo dell’articolo, non una sequenza di lettere e numeri incomprensibili per le persone e per i motori di ricerca.
Alcune piattaforme di pubblicazione identificano l’articolo con sequenze di questo tipo: magazine.it/salute/473b4964-9325-11e3-aaf6-4579e45c2a0a.html, invece di magazine.it/salute/capire-l-artrosi/.
Se occorre e se possibile, devi sostituire l’indecifrabile link originario con uno comprensibile.

In conclusione, il passaggio dal giornalismo al web journalism richiede la conoscenza del funzionamento dei motori di ricerca, e attenzione al Seo, perché senza Seo, anche gli articoli migliori restano invisibili al 90-99% dei lettori. 

Elisa G.P. & staff

A cura della Redazione - 17 febbraio 2014.


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