E’ ormai chiaro a tutti come la qualità e la cultura siano un patrimonio che in Italia appartiene alla destra. Il dominio è evidente, oserei dire addirittura lampante, è ora che la sinistra [i comunisti!] si rassegni ed ammetta la sconfitta anche sotto questo profilo.
Ogni giorno apprendiamo nuovi linguaggi, modalità di espressione avanguardiste vengono quotidianamente sdoganate dal progressismo culturale dei giornali che sono portavoce ed espressione di questa realtà.
Il livello di raffinato acculturamento del quale possiamo godere grazie anche alla resistenza fatta al partito dei pessimisti, dei veleni e delle menzogne che ha visto trionfare coloro che orgogliosamente possono definirsi non solo difensori ma addirittura promotori della libertà.
Come dicevano gli antichi latini, “nomina sunt consequentia rerum”, infatti un quotidiano si chiama “Libero” ed è ufficialmente organo del partito monarchico e liberamente realizza promozioni editoriali a colpi moschetto con fascicoli e cd dedicati al Duce, dimostrando la massima attenzione nei confronti tanto della storia che della libertà.
Libertà di espressione che viene ampliata, ed ovviamente valorizzata, dalla libertà di linguaggio che ogni giorno, come oggi, attraversa nuovi limiti, varca nuove frontiere che valorizzano la qualità del giornalismo espresso e, giustamente, consentono di dare lezioni di signorilità.
Siamo d’accordo, morte ai rompicoglioni, lunga vita ai signori, pardòn al signore.