di Rina Brundu. Passi la telecronaca gossipara fatta un giorno sì e l’altro pure dalle trasmissioni dedicate e condotte dai savonarola mediatici dei nostri tempi, passino i servizi televisivi no-stop dei nostri telegiornali da pseudo-servizio-pubblico espressione prima della deriva informazionale che viviamo, passino gli occhielli giganti, ammiccanti, acchiappa-click sui giornali-che-contano, passi l’indefesso lavoro portato avanti con ammirevole costanza dagli opinionisti -di-professione, passi la necessità di distogliere il signor-Rossi-qualunque dalle frittate finanziarie dei salotti politici buoni, passi pure l’incoscienza dell’italica folla invasata andata a dare il benvenuto al fuggitivo-Corona al suo ritorno dal “ricercato esilio” portoghese.
Passi, naturalmente – perché er-core-di-mamma è sempre er-core-di-mamma – la difesa ad oltranza portata avanti ieri, negli studi di Canale 5, dalla madre di Fabrizio Corona. Passi, con quella difesa, il tocco intelligente, con cui la stessa signora ha garantito che il suo Fabrizio è soprattutto “figlio dei tempi” (per correttezza bisognerebbe comunque domandare a quei “tempi” quanto siano orgogliosi di quel particolare parto!!). Passi pure quella sua (della signora Corona) certa scaltrezza, appunto perdonabile in virtù del suo ruolo, quando – essendo comunque al corrente della drammatica realtà che vivono quotidianamente in Italia migliaia di carcerati in attesa di giustizia da un tempo infinito – ha pensato bene di scomodare addirittura il Presidente della Repubblica affinché segua con occhio “attento” la vicenda di usata-ingiustizia di cui è stato suo malgrado protagonista l’amato virgulto…. Passi tutto!
Ma come faremo noi – sostenitori da una vita dell’odifreddiano-pensiero, portato a considerare il bello, la deontologia, l’etica dello spazio empirico che viviamo (in senso lato) – a venire a patti con la “necessità” del suo intervento nell’arena gilettiana e più nazional popolare? Come faremo noi ammiratori dell’odifreddico-pensiero a venire a patti con il dolore procurato dal suo dirimere mediatico, tutto teso ad analizzare nel dettaglio la coscienza-di-Fabrizio, come fosse uno qualsiasi degli opinionisti-mediatici di professione di cui sopra, ideale causa e concausa del nefasto status-quo? Dulcis in fundo, come faremo noi seguaci e difensori-ad-oltranza dell’odifreddiana-ideologia, a non vedere in questa infelice apparizione-mediatica del nostro idolo, proprio un altro triste “momento” dentro le dinamiche all’incontrario, da mondo-sottosopra di cui scriveva Philip Dick, dottamente stigmatizzate dal nostro in presenza di Giletti?
Ah quando ad essere studiata era solo La coscienza di Zeno: evidentemente, un’altra vita!
Featured image Piergiorgio Odifreddi di Niccolò Caranti, opera propria, fonte Wikipedia.
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