di Rina Brundu. Mandare il curriculum vitae? Lo confesso, ci ho pensato. A chi non piacerebbe una carriera che ti mette al sicuro per sempre dalle preoccupazioni quotidiane? Un lavoro costellato di viaggi in luoghi esotici dove il parcheggio è garantito? Temo però che non supererei i test di ammissione. Dubito che inserire la “teoria delle stringhe” tra i miti della creazione mi porterà più vicino al soglio di Pietro. E poi c’é un altro ostacolo importante: mi mancano i gioielli di famiglia tra le gambe. Opporre l’idea darwininana che se tali appendici sono assenti in un qualsiasi essere raziocinante è perché sono fondamentalmente inutili non aiuterebbe. Lo sento. Da qui la rinuncia. La mia.
La speranza che un giorno ci sarà un altro papa donna (oltre la mitica papessa Giovanna), dovrebbe essere comunque coltivata. È noto che le donne sono leader migliori. A leggere il britannico “The Times”, infatti, Benedetto XVI è un brillante teologo ma un pessimo leader. Così la pensa Diarmaid MacCullogh uno degli editorialisti del giornale. Per la precisione, secondo MacCullogh, Benedetto XVI è stato “probably the most talented theologian to have held the papal office since Gregory I in the 6th ad 7th centuries”. Non un complimento da poco per un pensatore come Ratzinger. Le “bastonate” arrivano però quando il giornalista va a valutare le sue doti di leader incapace di rinnovare davvero la Chiesa, tremebondo davanti “all’umiliazione” della nuova rielezione di Obama, vista da questo commentatore come una “lezione” impartita dagli americani al Vaticano, causa la sua incapacità di venire fuori con la necessaria forza per dirimere in maniera moderna sulle questioni dei diritti civili, prima fra tutte quella delle nozze gay.
Non concordo con questo editorialista. Se vi è un papa che si sarebbe dovuto “coccolare”, soprattutto da una prospettiva laica, è questo. Un papa che ha avuto un compito non facile quando ha dovuto mettere i piedi dentro le scarpe larghe lasciate da un predecessore come Giovanni Paolo II; ovvero, da un predecessore che in quanto ad approvazione nazional-popolare è stato secondo solo a Pippo Baudo. Un papa, Benedetto XVI, che ha intrapreso questo cammino con grande umiltà e che si è fatto amare per questo. Un papa che non ha mai mancato di mostrare la sua forza intellettuale di uomo, e di uomo di Dio, che non cessava mai di interrogarsi. A cui non bastava mai… mi verrebbe da scrivere, senza metterci un soggetto, perché chi segue il discorso, soprattutto chi è molto distante come me dagli approcci religiosi, sa di cosa sto parlando.
Un papa, infine, che la sua maggior capacità umana e la sua grande capacità di leadership l’ha dimostrata proprio dimettendosi. Perché così fa il buon “padre” d’azienda – se in termini di management vogliamo metterla – quando, sapendo di come i suoi giorni siano contati, si preooccupa di fare in modo che la… barca non abbia a soffrire della sua diminuita vitalità fisica. Un papa che così decidendo dà un esempio-del-fare importante alla nostra gerontocratizzata classe politica, per sua natura incapace di fare il passo indietro necessario.
Un papa che ha infine permesso a Giovanna Crizzi (niente a che vedere con la Giovanna di cui sopra), vaticanista dell’Ansa, di fare uno scoop giornalistico epocale, con buona pace del Times del The New York Times, ma non solo. Long live Pope Benedict XVI: welcome back amongst us, humans!
Featured image, la papessa Giovanna raffigurata nelle Cronache di Norimberga di Hartmann Schedel, 1493.
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