Giornalismo online: la Mina vagante e l’operazione Verginità Politica Ritrovata. Beppe Grillo (l’innominato) sei grande solamente tu. O quasi…

Creato il 07 maggio 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

di Rina Brundu. Accade, di rado, ma accade che, con puntualità svizzera – soprattutto in occasione dell’uscita di un suo nuovo lavoro – circoli, in Rete, un qualche video che racconta l’ennesima verità rivelata proposta da Mina Anna Mazzini, in arte Mina, anche nota come la Tigre di Cremona, “cantante italiana naturalizzata svizzera” come scrivono i puntualissimi e bravissimi redattori di Wikipedia. Per dirla con Benigni, l’unica che, andato Bin Laden, continua a comunicare urbi et orbi via-video.

Fino a ieri. Oggi invece la sempre grande regina della canzone italica ha preferito prendere penna, carta e calamaio (seppure digitali) e scrivere. A proposito di Politica. E di politici (ma non solo) nostrani.  Nello specifico lo ha fatto pubblicando una sua lunghissima invettiva sul sito di Beppe Grillo. Usando una metafora neppure tanto originale, Mina ha comparato l’innegabile ennesimo tentativo dell’establishment del Bel Paese di presentarsi con la fedina (e la coscienza) immacolata davanti ai loro recalcitranti futuri elettori (in senso lato), ad una operazione di imenoplastica di obsoleta natura. Ovvero, a quelle operazioni che attraverso una ricostruzione dell’imene dovrebbero restituire la verginità perduta. L’operazione – scrive Mina – è in fondo poco dolorosa e, mantenuto il doveroso riserbo che meglio si addice a queste situazioni – non ci sono grandi ostacoli per la sua riuscita.

La caratteristica veramente nuova di quella che la Mina nazionale vede come una sorta di Operazione Verginità Ritrovata in salsa politico-mediatica, sarebbe il suo riguardare soprattutto l’elemento maschile che ha fatto vivere le nostre numerose “Repubbliche” post seconda guerra. In particolare, questi elementi della prima-metà-del-cielo: “Leggermente sputtanati e disfatti in decenni di infernale e volgare promiscuità e sfrenato onanismo, senza controllo e con autoreferenzialità, stanno rivalutando all’improvviso il concetto di purezza”.  L’altro elemento da sottolineare è, a mio avviso, che “La schiera dei “rifatti” – secondo Mina – “comprende anche politologi, finedicitori di politica, economisti dell’ultima ora e bellimbusti di contorno, giornalisti compiacenti, adulatori prezzolati”.

Come darle torto? Parole sante! E come darle torto pure quando scrive che davanti a una maggioranza assoluta dell’elettorato che, per enne motivi, di partiti e di Politica non vuol più sentire parlare: “…i nostri vestagliati si abbattono sulle poltrone e si domandano se valesse la pena di sprecare tempo a ritoccarsi o se non fosse stato meglio depravarsi ancora di più fino all’abuso.. ()…E poi il colpo finale, la mazzata che ammutolisce la sala della televisione. Beppe Grillo. Incontrollabile, sottovalutato, diverso, è adesso minaccioso veramente. Compare sostanzioso nella sua percentuale e inarrestabilmente spacca equilibri e logiche…. Ora bisogna fare i conti con lo spauracchio”.

Da qui – continua Mina – la strategia dei “neovergini” di “non nominare mai il nome dell’interessato. Costoro creerebbero, insomma – interpreto io – una sorta di figura ombra simile a quella dell’Innominato-manzoniano. Vale a dire una specie di anti-eroe da menzionarsi soltanto attraverso un meditato utilizzo di aggettivi connotanti atti a creare un campo semantico fondamentalmente inneggiante al qualunquismo. Brava! Direbbe don Abbondio… Facezie a parte, tutto il discorso (fatta salva la sua prolissicità e il suo dire e non dire da che parte sta realmente l’ex Tigre di Cremona, perché, almeno una volta nella vita, occorrerebbe farlo!) non fa una grinza.  Mina ha ragione da vendere: a quando il suo rientro in Italia, dal dorato paradiso che accoglie tutti i nostri capitali in fuga, per far seguire le parole impegnate ai fatti?

Featured image, Mina, fonte Wikipedia.


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