«Se non c’è titolo, non c’è notizia» diceva Romeo Bassoli, celebre giornalista scientifico, direttore della comunicazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, scomparso ieri, dopo lunga malattia.
Su Wired, Emanuele Perugini dice che «se oggi sappiamo che cosa è un Bosone di Higgs lo dobbiamo anche lui».
La sua lezione? «Se non c’è titolo, non c’è notizia», così lo ricorda su Galileo Elisa Manacorda, e continua: «i suoi titoli, quando si lavorava insieme nel primo esperimento di agenzia di giornalismo scientifico in Italia, erano come lui: spiritosi e intelligenti. Romeo giocava con le parole, rielaborava i luoghi comuni dando loro un senso nuovo, storpiava nomi e cognomi mescolando arguzia e affetto. Ma diventava serio, appassionato, competente quando si parlava di scienza, e del modo migliore per raccontarla».
«Al racconto della scienza, quello giornalistico, con titoli e dunque con notizie, Romeo ha dato un contributo dal quale nessuno di noi può prescindere. Non solo facendolo in prima persona sulle pagine dell’Unità, ma insegnandoci a farlo. Mostrandoci il lato più artigianale, più umile e meno blasonato di questo mestiere, e dunque anche il più vero: fatto di attenzione ai dettagli, di precisione, di curiosità per le cose del mondo, di rispetto del lettore. “Se non l’hai capito tu, non potrai mai spiegarlo agli altri, diceva quando sbuffavamo davanti ad argomenti complicati”. Era la lezione numero due, e aveva tremendamente ragione».
Sotto il suo coordinamento sono state allestite 30 mostre e le citazioni dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare su stampa e web sono passate dalle 791 del 2007 alle 2.464 del 2011. Nello stesso periodo, i passaggi su radio e tv sono più che triplicati: da 64 a 220 annui. Così Bassoli è riuscito a rendere popolare il lavoro dei fisici, dal bosone di Higgs ai neutrini.
Fonti:
- Wired, Elisa Manacorda, Ciao Romeo: la scienza, il giornalismo e l’ironia.
- Galileo, Emanuele Perugini, Addio a Romeo Bassoli.
Recensione a cura di Mariella Giansante & staff FirstMaster Magazine
Nota – La foto d’apertura è stata elaborata per eliminare le distorsioni (testa dell’uomo), le linee cadenti e per passare da un formato orizzontale ad uno verticale (420×470), obbligatorio per il layout del sito di questo magazine.