Negli ultimi giorni due polemiche interessanti e vederemo con quali sviluppi si sono palesate di blog in blog.Prima la polemica sull'edizione di Firenze4ever di Luisa Via Roma, che ha visto alcune blogger criticare l'evento e la disparita' di trattamento tra chi e' considerato blooger di serie A e chi di B.Poi, finito Pitti, l'anticipazione di Patrizia Finucci Gallo che alcune giornaliste di moda daranno l'aut aut agli stilisti durante la MFW Donna Fw12: o loro o le blogger alle sfilate.
Io ho detto la mia su tutte e due le vicende, commentando sui blog e se da una parte sono d'accordo con le giornaliste, visto che molti blog italiani sono mostruosoamente scarsi di contenuti, dall'altra mi sono interrogato anche sullo stato del giornalismo di moda italiano.Leggo molti blog, ma stranieri e molti articoli giornalistici di moda ma stranieri. Perche' in Italian non c'e' una Susie Mekez o una Hilary Alexander? Forse e' la mia ignoranza in campo giornalistico italiano ma non seguo, ne' leggo quasi mai articoli di gironaliste italiane, o per lo meno non ce n'e' nessuna che spicca sulle altre. Come mai? Il dubbio nasce spontaneo: forse neanche la qualita' del giornalismo di moda italiano e' altissimo e la rivolta in atto risiede nel vizio italiano di voler rimanere attaccati alla propria poltrona per sempre, anche quando non si eccelle?Qui in Inghilterra non esiste l'associazione di categoria dei giornalisti e lo si diventa sia facendo gavetta ma sopratutto venendo premiati per il proprio merito e arrivando a lavorare per testate sempre piu' importanti.Il fatto di avere un'associazione, la parola corporazione o casta mi sembra eccessiva, gioca un ruolo, secondo me, nella mancanza di competizione e nella mancanca di un livello alto di contenuti.
Forse in questa diatriba giornaliste contro blogger dovremmo anche interrogarci sul merito e sulla qualita' del giornalismo di moda in Italia. O no?