Sono stati pubblicati i risultati di “The American journalist in the digital age”. La ricerca ha coinvolto 1080 giornalisti selezionati random e intervistati online tra agosto e dicembre 2013. Margine di errore statistico +/- 3%.
Le principali evidenze emergenti dallo studio sono:
- Per quasi il 60% degli intervistati — come mostra il grafico sopra riportato — il giornalismo sta andando nella direzione sbagliata;
- L’indice di soddisfazione per il proprio lavoro scende dal 49% del 1971 al 23% [era 33% nel 2002];
- L’autonomia nello svolgimento del proprio lavoro cala dal 60% del 1971 al 33% [era 40% nel 2002];
- Il 54% degli intervistati usa regolarmente piattaforme di microblogging — Twitter — Percentuale che scende al 23% per quanto riguarda la lettura di blog di altri giornalisti e al 7% per blog scritti da non professionisti dell’informazione;
- I social media sono utilizzati nel 78% per trovare “breaking news” e per il 73% dei casi per controllare giornali/giornalisti concorrenti. Solo nel 25% dei casi per verificare le informazioni;
- I social media sono prevalentemente un veicolo promozionale con l’80% degli intervistati che li utilizza con questo obiettivo.
Il presente appare davvero plumbeo [il futuro sarà roseo?].