Qualche anno fa sono stata a Fossoli di Carpi, dove nel 1942 era stato creato un campo di prigionia, di transito, che poi diventò una sorta di campo di concentramento, un vero e proprio campo di sterminio, dove si contarono quasi diecimila vittime, soprattutto ebrei e oppositori politici. All'inizio i tedeschi avrebbero voluto costruire anche un forno crematorio, che non fu mai realizzato perché giudicato non necessario: un colpo di fucile alla nuca e la cremazione in una fossa comune erano più che sufficienti. La maggioranza degli internati comunque fu trasferita ad Aushwitz e al Campo di concentramento Risiera di San Sabba, a Trieste. Anche la deportazione di Primo Levi passò per Fossoli.
Io sono stata a Fossoli in un giorno quasi primaverile. Ricordo una guida molto simpatica che ci metteva in guardia: "Non guardate oggi il prato verde e le margheritine, d'inverno qui c'è solo nebbia e freddo. Certo niente a che vedere con l'ambiente di Aushwitz, ad esempio, ma la desolazione, d'inverno, non manca nemmeno qui."Queste sono alcune delle foto che ho scattato quel giorno di quasi primavera.
La cosa che più di tutte mi ha colpito però non è stato il campo, forse perché era primavera, forse perché molte strutture erano state ricostruite e non mostravano più segni del dolore e della sofferenza. La cosa che più di tutte mi ha lasciato a bocca aperta e mi ha fatto davvero venire i brividi è il Museo Monumento al Deportato politico e razziale. Un museo senza fronzoli, senza troppe cose, semplice e diretto, forse per questo così coinvolgente. Quelle pareti me le ricordo ancora. Mi ricordo quelle scritte scolpite di rosso nel muro bianco, parole di persone condannate a morte, che sapevano di morire. Parole che saltavano agli occhi e arrivavano dritte al cuore. Ovviamente ho riempito la memoria della mia macchinetta fotografica per immortalare tutto, oggi voglio condividere le mie foto con chi passa da queste parti.
Quando nel 1973 fu inaugurato questo museo Primo Levi disse:
« E' speranza di ogni uomo che queste immagini siano percepite come un orrendo ma solitario frutto della tirannide e dell'odio »