L’esodo istriano, noto anche come esodo giuliano-dalmata, è un evento storico consistito nella diaspora forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana che si verificò a partire dalla seconda guerra mondiale e negli anni ad essa successivi dai territori del Regno d’Italia prima occupati dall’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi
dalla Jugoslavia. Il fenomeno, susseguente agli eccidi noti come massacri delle foibe, (anche se certi pseudo scrittrici negano questa pulizia etnica) coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano dal nuovo governo jugoslavo e fu particolarmente rilevante in Istria, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e città vedendo anche numerosi croati e sloveni seguire gli italiani nell’esilio, ma coinvolse tutti i territori ceduti dall’Italia con il trattato di Parigi e, in misura minore, anche alcune aree litoranee della Dalmazia non appartenute all’Italia ma da questa occupate durante la guerra.
A partire dal maggio del 1945 iniziò l’esodo massiccio, spontaneo e disorganizzato degli Italiani d’Istria e di Fiume. L’abbandono della città si svolse in modo organizzato, sotto gli occhi delle autorità anglo- americane e di alcuni emissari dello stesso governo italiano.
Con la firma del trattato di pace di Parigi, 10 febbraio 1947, che prevedeva la definitiva assegnazione dell’Istria alla Jugoslavia s’intensificò l’esodo da questa zona. Il Trattato di Parigi prevedeva per chi volesse mantenere la cittadinanza italiana l’abbandono della propria terra.
In quello stesso giorno (10 febbraio 1947) Maria Pasquinelli uccise il comandante della guarnigione britannica di Pola, per protestare contro l’esodo di massa e le uccisioni degli italiani in Istria e Dalmazia.
Chi emigrava non poteva portare con sé né denaro né beni mobili (gli immobili erano comunque considerati parte delle riparazioni di guerra che l’Italia doveva alla Jugoslavia).
L’ultima fase migratoria ebbe luogo dopo il 1954 allorché il Memorandum di Londra assegnò definitivamente la zona A del Territorio libero di Trieste all’Italia, e la zona B alla Jugoslavia.
L’esodo si concluse solamente intorno al 1960.
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