In Senagal donne che combattono contro fame e povertà, grazie a Green Cross e Cooperazione.
(blog.brac.net)
Diaya è una lavoratrice agricola che coltiva pomodori, sorgo e patate in un piccolo pezzo di terra del villaggio di Bokhol, nella regione di Saint Louis, in Senegal. Il suo raccolto molto presto le permetterà di avere una quantità sufficiente di cibo e persino un reddito extra per poter pagare le rette della scuola dei suoi bambini. In occasione della Giornata mondiale dell’Africa, che si celebra domenica 25 maggio, Green Cross, organizzazione internazionale per la salvaguardia del Pianeta voluta da Mikhail Gorbaciov, registra i traguardi del suo progetto “Freddas – Terre di confine”, avviato in Senegal con il contributo della Cooperazione italiana allo Sviluppo. “Storie come quella di Diaya – sottolinea Green Cross Italia – dimostrano quanto l’agricoltura sia fondamentale per il futuro dell’Africa, soprattutto per le piccole realtà locali come il villaggio di Bokhol, dove sono le donne a crescere i figli, lavorare la terra e portare avanti l’economia familiare”.
È a loro che il progetto “Freddas – Terre di confine” si rivolge. In Senegal Green Cross ha già realizzato due pozzi per l’irrigazione, assegnato terreni coltivabili, distribuito sementi e attrezzi agricoli a 158 famiglie. Ma soprattutto ha messo in discussione la scarsa presenza femminile nelle “stanze dei bottoni”: oltre 20 donne ora partecipano ai processi decisionali e ricoprono ruoli di responsabilità all’interno del villaggio, come per il comitato di gestione del progetto in cui presidente e tesoriere sono due donne. Inoltre, grazie alla campagna “Ibisco, un fiore per l’Africa”, sostenuta finanziariamente dalla società di cosmetica L’Erbolario, è stato possibile creare una maggiore consapevolezza sui diritti delle donne, contribuire a superare i pregiudizi e valorizzare le diversità di genere. “Obiettivo quasi raggiunto – spiegano – ma c’è tanto ancora da fare”.
Molto presto sui nuovi terreni saranno realizzati sistemi di irrigazione goccia a goccia alimentati da pannelli fotovoltaici, che permetteranno di incrementare le rese dei raccolti e di conseguenza il reddito e l’alimentazione delle famiglie. Saranno allestite anche delle “chambre à froid” (camere del freddo), per migliorare i tempi di conservazione degli alimenti e consentire alle donne di vendere i prodotti agricoli nei mercati più lontani. ”L’accesso alla terra e alle altre risorse naturali – ricorda l’organizzazione – è la premessa per vincere la povertà e migliorare le condizioni di salute in Africa. Green Cross continuerà a fare la sua parte: grazie ai progetti della Ong migliaia di famiglie sono state raggiunte in Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana e Senegal. Solo nel 2013, nel villaggio senegalese di Gouriki Samba Diom (nella regione di Matam), è stato possibile rendere fertili 400 mila metri quadrati di terreno abbandonato”. E si punta ora ad estendere analoghe esperienze in altri villaggi. “Le donne che vivono nelle aree rurali sono partner essenziali nella lotta contro la fame e la povertà – dichiara il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio -. Vogliamo creare una piattaforma di cooperazione e decisione che tenga conto delle loro esigenze nei diversi Paesi dell’Africa. Perché la loro esperienza possa contribuire a indirizzare il continente sulla via del futuro che tutti vogliamo: equo, sostenibile, pulito e a beneficio di tutti gli africani”.
(ansa.it)