Ieri si è celebrata la Giornata Mondiale senza tabacco, istituita dall’Oms e organizzata dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Nel mondo si contano circa 650 milioni di fumatori, e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo è la prima causa di morte facilmente evitabile. Ogni anno, infatti, muoiono 6 milioni di persone, di cui 83 mila solo nel nostro Paese, e non soltanto per il tumore al polmone, ma anche a causa dei gravi danni all’apparato cardiovascolare e respiratorio che il fumo di sigaretta provoca. La campagna della LILT 2012 suona come un’esortazione: “Dai, spegnila!”, e i buoni motivi per farlo, di certo, non mancano, si riduce il rischio di cancro al polmone, aumenta l’ossigeno nel sangue, il respiro migliora, come pure il gusto e l’olfatto. Il tema scelto per quest’anno dall’Oms riguarda le interferenze dell’industria del tabacco, per denunciare, appunto, tutti i tentativi messi in opera dalle multinazionali per ostacolare le varie iniziative contro il tabagismo, dal divieto di fumare nei luoghi pubblici alle avvertenze sui danni provocati dal fumo sui pacchetti di sigarette. Smettere di fumare si può e si deve, prima di tutto per prevenire il tumore del polmone, nonché i danni a carico dell’apparto respiratorio e cardiocircolatorio. La prevenzione, anche in questo caso, resta l’arma più potente a nostra disposizione. A disposizione di chiunque desideri dire "Basta al fumo!", la LILT scende in campo con 106 Sezioni Provinciali e ben 395 punti di Prevenzione, dove migliaia di volontari informeranno i cittadini e distribuirà la guida sui danni della sigaretta e come fare per smettere di fumare. La LILT, inoltre, ha un Numero Verde 800 99 88 77 per indirizzare ai Gruppi per la disassuefazione dal fumo e indicare i centri specializzati più vicini. Comunque, per quanto ci riguarda, i dati relativi al nostro Paese sono molto positivi in merito alla disaffezione dal fumo. Infatti secondo l'indagine Doxa, commissionata dall'Istituto Superiore di sanità, in Italia i fumatori sarebbero in forte calo, ora al minimo storico: nel 2011 erano il 22,7% della popolazione con più di 15 anni, nel 2012 scendono al 20,8%, per un totale di 10,8 milioni di persone. Un calo dunque di quasi 2% punti percentuali, con un picco in discesa per le fumatrici, diminuite del 2,4%. In media si fumano 13 sigarette al giorno, trend anche questo in discesa, per un totale di 140 milioni di sigarette 'bruciate' quotidianamente. E una flessione analoga si registra anche nelle vendite complessive del tabacco, scese dell'1,8% nel 2011 rispetto allo scorso anno. Tuttavia, nonostante la crisi economica, il 76,2% coloro che continuano a fumare non ha cambiato le sue abitudini, si sente in buona salute e mette le 'bionde' al penultimo posto tra le cosa a cui rinunciare per effetto della crisi. Infine, se diminuisce la vendita della sigarette aumenta di due volte quella del tabacco sfuso, che vale una quota pari all'8,5%.
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Ieri si è celebrata la Giornata Mondiale senza tabacco, istituita dall’Oms e organizzata dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Nel mondo si contano circa 650 milioni di fumatori, e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il fumo è la prima causa di morte facilmente evitabile. Ogni anno, infatti, muoiono 6 milioni di persone, di cui 83 mila solo nel nostro Paese, e non soltanto per il tumore al polmone, ma anche a causa dei gravi danni all’apparato cardiovascolare e respiratorio che il fumo di sigaretta provoca. La campagna della LILT 2012 suona come un’esortazione: “Dai, spegnila!”, e i buoni motivi per farlo, di certo, non mancano, si riduce il rischio di cancro al polmone, aumenta l’ossigeno nel sangue, il respiro migliora, come pure il gusto e l’olfatto. Il tema scelto per quest’anno dall’Oms riguarda le interferenze dell’industria del tabacco, per denunciare, appunto, tutti i tentativi messi in opera dalle multinazionali per ostacolare le varie iniziative contro il tabagismo, dal divieto di fumare nei luoghi pubblici alle avvertenze sui danni provocati dal fumo sui pacchetti di sigarette. Smettere di fumare si può e si deve, prima di tutto per prevenire il tumore del polmone, nonché i danni a carico dell’apparto respiratorio e cardiocircolatorio. La prevenzione, anche in questo caso, resta l’arma più potente a nostra disposizione. A disposizione di chiunque desideri dire "Basta al fumo!", la LILT scende in campo con 106 Sezioni Provinciali e ben 395 punti di Prevenzione, dove migliaia di volontari informeranno i cittadini e distribuirà la guida sui danni della sigaretta e come fare per smettere di fumare. La LILT, inoltre, ha un Numero Verde 800 99 88 77 per indirizzare ai Gruppi per la disassuefazione dal fumo e indicare i centri specializzati più vicini. Comunque, per quanto ci riguarda, i dati relativi al nostro Paese sono molto positivi in merito alla disaffezione dal fumo. Infatti secondo l'indagine Doxa, commissionata dall'Istituto Superiore di sanità, in Italia i fumatori sarebbero in forte calo, ora al minimo storico: nel 2011 erano il 22,7% della popolazione con più di 15 anni, nel 2012 scendono al 20,8%, per un totale di 10,8 milioni di persone. Un calo dunque di quasi 2% punti percentuali, con un picco in discesa per le fumatrici, diminuite del 2,4%. In media si fumano 13 sigarette al giorno, trend anche questo in discesa, per un totale di 140 milioni di sigarette 'bruciate' quotidianamente. E una flessione analoga si registra anche nelle vendite complessive del tabacco, scese dell'1,8% nel 2011 rispetto allo scorso anno. Tuttavia, nonostante la crisi economica, il 76,2% coloro che continuano a fumare non ha cambiato le sue abitudini, si sente in buona salute e mette le 'bionde' al penultimo posto tra le cosa a cui rinunciare per effetto della crisi. Infine, se diminuisce la vendita della sigarette aumenta di due volte quella del tabacco sfuso, che vale una quota pari all'8,5%.
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