“La pedofilia si combatte tra repressione e prevenzione: bisogna fare di più”. L’associazione “Meter” guidata da don Fortunato di Noto lancia l’appello, nella “Giornata nazionale contro la pedofilia”, che si celebra oggi in Italia, a due giorni di distanza dalla “Giornata dei bambini vittime di violenza” che ha registrato i messaggi di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
(alqamah.it)
La “Giornata nazionale contro la pedofilia”. Si chiede don Fortunato di Noto: “Quanti bambini devono essere coinvolti nel turpe fenomeno di abuso, violenza, maltrattamento, per renderci conto che la pedofilia è un crimine contro l’umanità? Per rendersi conto del dramma inascoltato dei bambini perpetrato da adulti, singoli e organizzazioni criminali per il mercato?”. I dati riferiti da “Meter” parlano in un anno di 574.116 foto a oggetto pedopornografico (coinvolti minori da 3 a 13 anni), 95.882 video e 621 tra foto e video “pedo” di neonati (0-3 anni). Da sottolineare l’aumento vertiginoso proprio di neonati violati, soprattutto da donne (70%). Il fenomeno è trasversale: si va dalla produzione artigianale e amatoriale, a quella familiare, a quella criminale con set fotografici professionali.
L’analisi dei dati del 2014 indica come l’Europa sia il continente con il record negativo. Il 37% delle segnalazioni viene dal Vecchio Continente, seguito da Africa (25%), America (23%), Asia (13%), Oceania (2%). Nel 2013, era occupato dall’Africa. La pedofilia viaggia in rete e il materiale viene condiviso attraverso gli archivi telematici. Meter ha monitorato e denunciato gli archivi 353 Dropbox (5.496 foto e 2.975 video), 36 iCloud (1.348 foto e 3.873 video), 3 Box.com (6.676 foto e 1.336 video).
I nuovi canali di comunicazione per l’offerta pedofila. L’offerta pedofila ha scoperto un nuovo modo di comunicarsi rappresentato da altri canali che non sono necessariamente i siti. “Oggi ci sono, infatti, i social network e gli archivi telematici – spiegano a Meter -. Il deep web è la nuova forma di rischio su Internet: una serie di domini entro altri domini che porta a nascondere tutto e renderlo quasi irrintracciabile. Le indagini sono molto complicate, al punto che le polizie non riescono ad agire con la prontezza richiesta”.
In un anno le segnalazioni sui social network sono diminuite. Se nel 2013 Facebook era in testa alla classifica con 570 segnalazioni e Vkontakte 463, l’anno 2014 ha visto 63 segnalazioni per Linkbugs (nemmeno in classifica nel 2013), 34 per Vkontakte (che resta al secondo posto) e 32 per Facebook che scende al terzo posto. Salgono Blogspot e Google (20 segnalazioni), Al Femminile passa da 1 a 5, Ask entra in classifica con 4, youtube scende da 7 a 1 e twitter da 6 a 1.
Slovacchia, Libia, Colombia e Giappone i paesi peggiori. Per quanto riguarda la “hit parade della vergogna” dei singoli Paesi, nelle segnalazioni svetta la Slovacchia (764), seguita da Libia (701), Colombia (492) e Giappone (287), i paesi con il maggior numero di siti segnalati (domini di primo livello). In Europa, la Slovacchia è seguita da Russia (117), Montenegro (96), Lettonia (69), Groenlandia (32). La Germania ha 44 siti segnalati, l’Italia 14. In Africa la quasi totalità delle segnalazioni riguarda la Libia con 701 siti pari al 90%, seguita da Mauritius e Zambia. “Malgrado la guerra e la difficile situazione politica, Tripoli resta il territorio più gradito dai pedofili”, osserva Meter. In America il podio è formato da Colombia e Usa. “Mentre gli Stati Uniti esercitano una certa vigilanza, la Colombia è un buon territorio per la pedofilia”. Giappone e India sono i Paesi asiatici più a rischio, mentre il gigante Cina ha solo 3 segnalazioni. In Oceania, in testa a questa classifica negativa è la Nuova Zelanda. (ADNKRONOS)