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Ma torniamo all'itinerario!
La mattina di lunedì, abbiamo preparato tutto e siamo ripartiti, direzione Port Fairy. L'idea era quella di percorrere la strada che porta a Dunkeld, fiancheggiando quindi i Grampians, ma poco dopo aver lasciato Halls Gap, ci siamo resi conto che avremmo dovuto cambiare giro, visto che la strada era bloccata per via dei lavori in corso post-piogge torrenziali.. E così siamo tornati indietro, attraversando Pomona e imboccando una strada a dir poco incredibile verso sud. La peculiarità? Una sola corsia asfaltata che va e va per chilometri a non finire, su e giù per colline, snodandosi tortuosa e praticamente indisturbata (avremo incrociato 10 macchine per dire tanto) sotto gli occhi assonnati di pecore e mucche al pascolo. Cinque o forse 6 i paesini attraversati. Molti di più i classici mulini a vento australiani... uno strano contrasto con le moderne pale eoliche che si susseguono a circa metà percorso.
Sebbene la giornata sia grigia e solo di tanto in tanto i raggi del sole riescano a filtrare attraverso le nubi, non sembra inverno. Non quello che concepiamo noi per inverno. Nei giardini delle case si scorgono margheritine e narcisi, oltre a molti altri fiori di specie a me sconosciute. L'australiano di turno in pantaloncini corti e infradito, ti fa dubitare della loro (o nostra) appartenenza allo stesso genere umano. I prati spesso di un verde smeraldo, tradiscono un'estate che è stata particolarmente piovosa. I colori pastello di case e chiesine in legno ammiccano alla primavera che però ancora non c'è.
200 e rotti chilometri dopo, giungiamo a Port Fairy. più che una cittadina direi un paesotto, ma molto molto carino. Nata per assecondare le necessità di baleneri e cacciatori di foche (sì, lo so..è triste pensare a questi magnifici animali che vengono cacciati indiscriminatamente...), al giorno d'oggi Port Fairy è meta turistica e porticciolo di pescatori molto caratteristico, dotato comunque di belle spiagge che immagino saranno piuttosto affollate durante la bella stagione.
Di fronte alla darsena, proprio alla foce del fiume Moyne, si trova Griffiths Island (Mallone in aborigeno) dove è possibile seguire un percorso a piedi o in bici che porta ad esplorare l'ambiente naturale popolato da una colonia di ca. 30.000 uccelli 'Shearwater' (purtroppo migrano a nord a maggio, percorrendo anche 11.000km -!!- così ce li siamo persi). C'è anche un faro che è stato eretto nel 1859 da muratori scozzesi e recentemente risistemato da un gruppo di volontari. Non abbiamo avuto il tempo di visitarlo ma ci saremmo rifatti più in là nel percorso...
Oltre alle bellezze naturali, è difficile non notare le belle casette che si affacciano sulla darsena e, ripensando alla nostra trafficatissima Sydney Road, non provare un pò di invidia...
A furia di girare, si sa, viene fame, perchè allora non fermarsi a mangiare un boccone prima di ripartire verso la Great Ocean Road? Passeggiando in centro, c'imbattiamo in un panificio dall'aspetto delizioso (e anglosassone, il che lo rende ai miei occhi ancora più delizioso). La buona impressione è confermata sia dalla pie ai funghi e formaggio, sia dall'apple and cinnamon roll (questi li DEVO provare a fare anch'io, tenete d'occhio La Forchetta Magica per eventuale ricettina...)!Non trovate tutto delzioso-da-cartolina?
Salutiamo Port Fairy e il suo accogliente torpore a pancia piena e soddisfatti. La ridente cittadina ricambia il saluto e sembra ricordarci anche lei che la primavera tornerà... Quest'albero inghirlandato di fiorellini all'uncinetto, è un dono prezioso per il passante che forse sussurra un ringraziamento al proprietario per avergli donato un pò di colore e letizia..
Di nuovo al volante. Di nuovo strade tortuose, questa volta però molto più affollate e decisamente più larghe. Percorriamo un tratto della Princes Highway fino a giungere alle indicazioni per la Great Ocean Road che finalmente imbocchiamo... I cartelli ricordano di mantenere la sinistra ai turisti troppo impegnati ad ammirare i panorami mozzafiato!!!
La Great Ocean Road o formalmente 'B100' è una strada super-panoramica che si snoda per 243km da Warrnambool (più o meno) fino a Torquay. In pochi sanno che fu costruita dai soldati tornati dalla guerra negli anni fra il 1919 e 1932 ed è uno dei monumenti di guerra più grandi al mondo. La bellezza di questo tratto di costa è da mozzare il fiato. E' impossibile fotografarla e renderle giustizia. Eppure nemmeno il fotografo più maldestro potrebbe scattare una foto brutta di questi luoghi, tanto sono belli.
Da programma, decidiamo di trascorrere la notte a Port Campbell, a 10min dai Dodici Apostoli, in modo da poterli visitare all'alba (pensando di non trovare nessuno...ahi, quanta ingenuità!), così nel tardo pomeriggio del 3° giorno, dopo la visita a Port Fairy, riusciamo comodamente a contemplare il tramonto a Bay of Islands e Bay of Martyrs (vai un pò a capire perchè si chiama baia dei martiri...se consideriamo la posizione di quelle villette poi... già, direi che sono proprio dei martiri gli abitanti della zona... :-p).
Ma lasciamo la parola alle foto... (e mi scuso se non rendono abbastanza!)
Il 'London Arch'. Fino a poco tempo fa conosciuto come 'London Bridge' e unito alla terra ferma da un altro arco di roccia. Il crollo di quest'arco è avvenuto inaspettatamente nel 1990, lasciando due turisti isolati dall'altra parte e recuperati poi in elicottero (si dice pure che fossero amanti, in gita di nascosto dai loro coniugi ma finiti in diretta TV e quindi... 'sgamati!' Visto che LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE!hihihi)
Il sole ormai sta calando, ci avviamo verso Port Campbell, dove ci aspetta un campeggio molto ben attrezzato e praticamente tutto per noi! C'è persino una stanza adibita a cucina, dove ci si può preparare i pasti in tutta comodità e soprattutto al calduccio. Serve dire che ne approfittiamo? Dopo una gustosa cenetta, torniamo al nostro furgoncino, dove ci prepariamo per la partenza all'alba del giorno dopo..
Un pò a fatica ci alziamo per le 6.30. Saltiamo la colazione perchè il sole sorge verso le 7.10 e non vogliamo perderci lo spettacolo. Speriamo di essere i primi, ma ci rendiamo conto della nostra ingenuità quando arrivati al parcheggio del 'Grotto' e di 'Loch Ard Gorge' troviamo un furgone piazzato lì dalla sera prima. I proprietari però dormono ancora. Io e Carlo affrontiamo l'arietta fredda del mattino percorrendo di corsa i metri che ci separano dal 'lookout' (il punto di osservazione). Ci rendiamo conto che la posizione delle rocce non è in linea con i primi raggi di sole del mattino (che poi fa ancora piuttosto buio), ci ridiamo su e riusciamo comunque a meravigliarci dell'imponenza del luogo. La semi oscurità accentua la percezione dei suoni e l'infrangersi delle onde contro la roccia sembra un vero e proprio ruggito. Ci perdiamo ad immaginarci i primi esploratori di questo luogo...e un pò lo siamo. Perchè la curiosità e la meraviglia rendono ogni luogo unico e impattante come una 'prima volta'. L'importante è avere sempre uno sguardo curioso sul mondo e la meraviglia per questa splendida natura ci inonderà l'anima...
Ripartiamo e questa volta ci dirigiamo poco più in là, verso la meta turistica per eccellenza: i Twelve Apostles o Dodici Apostoli, anche se ora ne rimangono solo otto. L'erosione dovuta alla forza impressionante delle onde è di ca. 2cm l'anno alla base di ogni 'apostolo'. Chissà fra molti anni quale aspetto avrà questo tratto di costa...e chissà cosa verranno a fotografare i nostri pronipoti...
E' l'alba di un nuovo giorno:-) E se l'inizio si vede dal mattino...
Ci lasciamo gli Apostoli (e i turisti..) alle spalle, l'aria del mattino ci ha fatto venire un certo languorino così decidiamo di fermarci per strada. Il caso vuole che il primo parcheggio che incontriamo (deserto, stranamente) è quello dei Gibson Steps. Una scalinata piuttosto ripida che porta giù giù fino in spiaggia a poca distanza proprio degli Apostoli! Dal dire al fare non c'è di mezzo il mare, ma solo i gradini... Ci armiamo di fornelleto, tè e biscotti e ...organizziamo la più perfetta delle colazioni: in riva al mare!Il tè ci riscalda le mani mentre il vento ci congela il resto del corpo. Ma ci sentiamo vivi come non mai. L'orizzonte un punto infinito da osservare strizzando gli occhi: non si è davvero più abituati a guardare lontano. Come siamo miopi! Com'è miope la nostra società!Vorremmo fermare il tempo...Rimaniamo lì abbastanza a lungo, mentre la luce del mattino si fa via via più intensa, nonostante le nuvole...
Alla fine viene il momento di rifare armi e bagagli. A malincuore salutiamo la 'nostra' spiaggia. Ci rivedremo un giorno, magari...
Dopo questo tratto di costa, la Great Ocean Road s'insinua nell'entroterra dove attraversa le foreste delle Otway Ranges che sono Parco Nazionale. Il cambiamento di paesaggio è radicale, potrebbe sembrare quasi alpino non fosse per l'abbondanza di eucalipti. Forse mi ricorda di più le pendici (umide) del Teide a Tenerife.. Decidiamo di visitare il faro di Cape Otway a 12km dalla strada principale. Fra le felci spuntano mucche al pascolo (anche qui!!!) che hanno persino diritto di precedenza (!!!!!!!) osservate forse a debita distanza dalle decine e decine di koala avvinghiati agli alberi circostanti. Vederli a occhio nudo è abbastanza semplice: palline di pelo raggomitolate su sè stesse sui rami (neanche i più alti) di quasi ogni eucalipto. Difficile è prenderli con la macchina fotografica soprattutto se in movimento...Chi di voi ha tempo può fare un gioco e cercare di indovinare quanti koala ci sono in tutto nelle foto seguenti, occhio che uno (o più?) sono davvero poco visibili...good luck! :-)
Arrivati al faro, scopriamo che l'ingresso costa 18$ e che gli edifici da visitare sono parecchi. Decidiamo di rimandare sia per mancanza di tempo che per risparmiare un pò (visto che probabilmente ci porteremo pure i parenti, quando verranno a visitarci). E così, ci lasciamo alle spalle anche le Otway ranges.
Ormai manca da percorrere una manciata di km fino a Torquay e alla fine della Great Ocean Road. Melbourne ci sembra sempre più vicina (e lo è), così cerchiamo di goderci il più possibile queste ultime ore...
La scelta di partire al mattino è stata comunque azzeccata: incrociamo infatti decine di pulmini e corriere che si dirigono in direzione opposta e possiamo solo immaginare la pena di dover sgomitare fra orde di turisti per farci largo e ammirare il paesaggio.La strada come vedete ha iniziato di nuovo a fiancheggiare la costa, in questo tratto ci sono molte più località viste le spiaggie decisamente più accessibili.
Ci fermiamo per un caffè e pies ad Apollo Bay e attraversiamo la fascinosa seppure più affollata Lorne
In lontananza un altro faro... è la 'White Lady' o Dama Bianca di Ayres Inlet...
Decidiamo di fermarci un attimo per rifarci del faro di Cape Otway....
E' imponente e ...bianchissimo:-)
E con questa ultima tappa si conclude la nostra gita. Ultima foto di rito con il mezzo che ci ha trasportato lungo tutti questi km - l'abbiamo battezzato bene direi!!! Un bravo anche a lui per non averci tradito:-)
E se siete arrivati fino in fondo vi faccio i miei complimenti :-p hihi
Speriamo di potervi portare presto da qualche altra parte!
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