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Giorni di ordinaria follia

Creato il 21 gennaio 2012 da Naimasco78

La quotidianità è lo sterminio.

Giorni di ordinaria follia
Non leggo mai la cronaca nera, di solito del quotidiano leggo tutto, tranne la programmazione televisiva, lo sport e la cronaca nera. Il dramma dell’epoca moderna invece è questo: la gente legge solo e unicamente la cronaca nera, guarda solo la cronaca nera al telegiornale, segue trasmissioni pomeridiane dove si parla unicamente di disgrazie. Addirittura, l’unica cosa che interessa alle persone delle città dove vivono sono i necrologi affissi ai muri. Questo inspiegabile gusto del macabro, da dove deriva? Perchè ci interessa così tanto vedere chi ha ucciso chi e per quale motivo? Secondo: la mania di protagonismo. Uno dei mali di questo secolo è sicuramente la voglia di apparire, di essere notati, di dare un senso alla propria esistenza. Anche uccidendo qualcuno. I fatti di cronaca che invadono i media possono secondo il mio punto di vista dividersi in due grandi categorie: quelli che compiono omicidi perchè il cervello ad un certo punto ha smesso di rispondere e quelli che invece cercano il brivido. Appartiene al primo gruppo l’evento tragico per antonomasia: la mamma di Cogne. Nel 2002 il caso sconvolse l’opinione pubblica in quanto ad essere coinvolto fu un bambino di 3 anni, Samuele, figlio di Annamaria Franzoni che è stata giudicata colpevole. La questione pazzesca di questo fatto fu che la donna dopo poco ebbe un altro figlio. A mio avviso, è stato un “banale” caso di esaurimento post partum. Comunque, da lì in poi, le stragi si sono accumulate a catena una dopo l’altra, una più scioccante dell’altra. Tutti fanno partire l’epoca dei grandi delitti dalla villetta di Cogne, senza pensare però che l’anno prima un altro terribile evento ha movimentato il Paese: l’omicidio di Novi Ligure, la mamma e il piccolo fratellino uccisi da Erika e Omar, fidanzatini annoiati e forse un po’ viziati. Lei, algida e determinata, lui forse ammaliato e succube della ragazza. Morale: dieci anni di carcere minorile, un periodo di lavori “socialmente utili” e il ritorno a casa. Ciò che mi ha sconvolto di tutto ciò? Lei non ha mai avuto un cedimento, non si è mai pentita, forse non ha nemmeno mi pianto. Queste ragazzine turbate e fredde come dei sicari mi terrorizzano. Lei, Amanda Knox e forse un po’ anche Sabrina Misseri di Avetrana, meno glaciale ma  detentrice di verità fondamentali per la risoluzione del delitto della cugina Sarah Scazzi ma che però ancora non ha fatto trapelare nulla, se non che lei e la madre hanno fatto in modo che la colpa ricadesse sul padre Michele che in tutto questo mi sembra un po’ l’idiota del villaggio incapace di intendere e di volere.

Giorni di ordinaria follia
C’è stato un momento comunque che ho pensato davvero che il caos avesse preso il potere e che il mondo si fosse trasformato in Sodoma e Gomorra: dopo Novi Ligure e Cogne, si sono susseguite a catena la strage di Erba, il delitto di Garlasco, l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia, il cadavere di Elisa Claps ritrovato in chiesa, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio e molti, troppi altri ancora. In ultimo, la ragazzina che sgozza la coetanea “per capire cosa si prova”. La domanda è simile al quesito cosmico che da secoli ci porta a chiederci se sia nato prima l’uovo o la gallina, ovvero: è nato prima l’omicidio o il fatto di cronaca? Perchè temo davvero che tutte queste “pagine nere” abbiano creato una sorta di moda del crimine. E’ così terribile vivere una vita normale? La quotidianità ci ha annoiati talmente tanto che siamo ormai arrivati a doverci uccidere fra di noi per provare delle emozioni nuove? O siamo solo continuamente soggetti ad attacchi di filantropia nei confronti dei giornalisti e in particolare di Bruno Vespa che grazie a tutto ciò ormai può aprire il Museo del Plastico di Porta a Porta, da tanti ne ha realizzati? A proposito: non so come sia andata l’altra sera l’intervista all’ufficiale De Falco, il nuovo Eroe dei due Mondi, ma mi aspetto che dopo la villetta di Cogne e il garage dello zio Michele ad Avetrana il buon Vespa non abbia esitato a realizzare il plastico del relitto della nave Concordia, ultimo fatto di cronaca italiana destinato a rimanere nella storia. Che però non rientra nelle grandi stragi del nostro Bel Paese. L’affondamento della nave di Costa Crociere, che avviene peraltro in maniera abbstanza inquietante esattamente 100 anni dopo quello del transatlantico Titanic (in realtà hanno poco in comune, i due fatti) appartiene ad un’altra categoria, quella del DC 9 a Ustica, di Piazza Fontana, della bomba nella stazione di Bologna e forse anche dell’omicidio Pasolini. L’affaire Concordia penso proprio che rimarrà uno dei tanti casi irrisolti italiani, i casi che di solito hanno sempre avuto un comune capro espiatorio tra terroristi, Brigate Rosse ecc… Quei casi, che da sempre e per sempre forse rimarranno sepolti sotto un grande, gigantesco alone di mistero.



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