Sono tornate prepotentemente a farsi sentire e non riesco a capire il perché.
Avevo la speranza, anzi no quasi la certezza che questo natale sarebbe trascorso meglio.
Di praticamente parla, ed è eccitatissimo da tutto ciò che è natalizio, luccicoso e impacchettato.
Pensavo bastasse quello a tenermi lontana dal vuoto, dalla pesantezza dell'assenza, dalla fatica di dover tornare in una casa dove non si festeggia più nulla da 2 anni ormai.
Gli ho promesso che questo fine settimana andiamo dalla nonna e ci portiamo a casa l'albero e le pallette per decorarlo.
"E tu? Ne facciamo uno anche lì?"
"No no era tuo padre che lo faceva qui." Già era mio padre. Quindi non si festeggia più niente.
Che pesantezza questi giorni, certe volte vorrei svegliarmi già nell'anno nuovo. Tutto passato, finito, senza macerie da raccogliere, senza litigi su dove andare e dove stare per Natale che tanto è un giorno come gli altri.
Ci sono persone che per quanto ti possano voler bene non hanno neanche un briciolo di empatia. Niente, non ne sono stati dotati alla nascita. Solo con l'esperienza raggiungono un minimo di comprensione dello stato d'animo altrui. E mai vorrei augurare a nessuno l'esperienza della perdita di qualcuno che ti è caro.
In questi casi che si fa? Si aspetta che l'ennesima bufera interiore passi, così com'è venuta.