Yakuoin
Per arrivare in cima si impiegano circa quaranta minuti, tra scolaresche che cinguettano dei divertiti “hallo”, panorami che abbracciano l’intera Tokyo dando un’idea di quanto sia immensa, e una sosta al tempio Yakuoin, dedicato ai Tengu, divinità alate dal lungo naso rosso. Guardando la mappa, più tardi, mi accorgo che ho percorso la salita riservata agli uomini: 108 gradini, invece della strada in lieve pendenza pensata per le donne. Non che nel 2014 la distinzione sia ancora rispettata, e poi non resisto alle scale. Una volta la persona pigra che ero le evitava come la peste, ora semplicemente quando le vedo devo salirle. Penso che sopra, dopo la fatica, deve esserci per forza qualcosa che valga la pena di vedere. Tante volte non è così, ma almeno sono diventata un pochino più forte.
La vetta è uno spiazzo un po’ deludente, ma è il percorso che si fa per arrivarci che conta, o così dicono.
Al ritorno prendo il sentiero 6, che passa per le cascate Biwa. Ora sono davvero in mezzo al bosco, scendo con cautela tra sassi, fango e radici.
Sì, questo è il sentiero
Provo un senso di pace che mi mancava da un po’, penso a tante cose, vorrei mostrare questi posti alle persone a cui voglio bene, ma mi sento più leggera. Ogni tanto incontro qualcuno che sale nella direzione opposta e ci scambiamo un cordiale konnichiha. Mi piace tantissimo questa breve complicità tra chi cammina in montagna, sono stata un po’ sorpresa nello scoprire che anche nel riservato Giappone sia pratica così comune.
Cammino per più di un’ora, passo accanto a una piccola cascata sacra, e vorrei che questa passeggiata non finisse mai. Inevitabilmente, a un certo punto mi ritrovo su una strada asfaltata che mi riporta in stazione. Grazie Monte Takao, è stato molto bello.
Poi, sbem, sono di nuovo a Shibuya. Fuggo via seguendo la linea arancione che mi porta al più tranquillo quartiere di Asakusa, dove si trova il mio ostello.
La ragazza alla reception, Ogu-san, è gentilissima e amichevole. Forse è solo un’impressione, ma mi sembra di essere un po’ esonerata dal trattamento da turista, quando la gente capisce che parlo giapponese. Dopo aver posato lo zaino in camerata e essermi ripresa dalla fatica con una doccia calda mi siedo nella hall, e un'ospite coreana offre a me e Ogu-san delle buonissime patate dolci, mentre facciamo due chiacchiere sui cibi tradizionali giapponesi e sui negozi in cui si possono comprare.
Invece di tirarmi un pugno in un occhio, sono incuriosite e mi chiedono cosa faccia a Tokyo. Spiego che vivo in Giappone, loro mi raccontano della loro vacanza che finirà domani, e sentire questo Paese raccontato da chi è solo di passaggio è strano, interessante, quante differenze! Dicono che i giapponesi sono sempre sorridenti, anche da soli la mattina mentre vanno a lavorare, e a me invece pare di vedere tante facce grigie ogni volta che salgo sul treno. Mi mostrano anche una foto del monte Fuji scattata proprio quel giorno, e le invidio tanto. Io ancora non sono mai riuscita a scorgerlo.
Passeggiamo e chiacchieriamo a lungo, e mi confessano di non essere state al karaoke. Ce n’è uno proprio qui sulla strada, propongo di andare. Cantiamo per un’ora – soprattutto loro – e all’uscita sono entusiaste. Mi fa piacere aver regalato loro un ultimo bel ricordo, e in cambio ho avuto una serata “non da me”, a scherzare e divertirmi con due sconosciute.
Keio Shinjuku –> Takao san: Keio Railways fino a Takaosanguchi, 390 yen
Seggiovia o cabinovia: 480 yen solo andata, 930 yen andata e ritorno.
Se decidete di intraprendere uno dei percorsi in mezzo al bosco, mi raccomando di non farlo in giorni di tempo incerto e con rischio di pioggia, e soprattutto avventuratevi soltanto se avete scarpe adeguate, dato che dovrete attraversare fiumiciattoli e camminare su rocce scivolose.
Retrometro Backpackers è un ostello delizioso a pochi minuti di distanza dalla stazione Tawaramachi, in zona Asakusa, facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni fornite. Essendo una casa tradizionale ristrutturata e riadattata mantiene un design originale e piacevole; l’atmosfera è rilassata, il personale molto disponibile, ottima pulizia, wi-fi gratuito. Ho pernottato in dormitorio misto da 8 letti, la privacy è garantita da tende (pratica usuale negli ostelli giapponesi) e ogni letto ha una lampada e prese per la corrente. Consigliatissimo. Prezzo per una notte: 2600 yen.