Io, da morta, nel loculo non ci voglio andare. Mi sembrano delle cassettiere per bare, tutte le salme in batteria come i polli.
Dice, serve per tenere meno posto. Ma perché devo tenere poco posto, io? Io ho le manie di grandezza. Voglio essere seppellita nella terra e con le braccia e le gambe aperte, a stella marina, come quando dormo.
Che poi, per un ateo, il senso della morte è permettere la vita di nuove creature. Allora, in questo senso, la scelta migliore sarebbe quella specie di ovetto delle sorpresine Kinder in cui ti mettono in posizione fetale insieme a un seme, così decomponendoti fertilizzi la pianta. E quindi magari occuperai un po’ di posto, ma almeno ti rendi utile. Anche se già so che sul mio albero non si poserebbero i passerotti, ma gli stessi malefici piccioni che tutti i giorni mi cacano sulla macchina, e mangiano pure cose strane perché la fanno colorata, a volte gialla, a volte verde, a volte violetta.
Rimane allora la cremazione, ma mettere le ceneri nell’urna non ha senso, visto che poi per riporre l’urna ci vuole un loculo e ricomincia il ragionamento di prima.
Far spargere le ceneri, di nuovo, non si può perché è una cosa troppo furba. Al massimo, si possono spargere in luoghi determinati all’interno di certi cimiteri. Ora, il senso di farsi spargere è proprio non essere più in alcun luogo, diventare tutt’uno con l’universo, un po’ di materia dall’universo si è unita per formare noi, e adesso torna da dove è venuta. Ma sparsi in un praticello di due metri per due, mischiati con tutti gli altri? Metti che mi ritrovo mischiata con un fan di Amici di Maria De Filippi? Non mi sta bene.
E allora, per il momento, ho deciso che non muoio.