Gabi ha vinto la sua lotta contro il ciuccio. Dopo due anni e 4 mesi di ciuccio dipendenza da piú di una settimana, dopo aver rotto i due che rimanevano, si é ritrovato a passar da 20 ore con ciuccio a niente. Trauma? Non mi sembra, anzi, basta dirgli "ciuccio rotto" e lui manco lo richiede.
Il che mi fa pensare a quanto siano strane le cose con lui: quando ho dovuto smettere di allattare, al 6 mese, a causa dell'ennesima mastite, la storia é stata "Gabi, niente tetta" dalla mattina alla sera. E lui? Manco una piega, via di biberon come se l'avesse sempre usato!
Lo stesso con altre cose, magari uno pensa ora che gliele tolgo sará il disastro. Cosí era con il ciuccio, non potevo dimenticarlo mai a casa se uscivamo, eran pianti disperati. E i ciucci, comprati quando lui aveva 6 mesi, si stavan rovinando. Mi ero ripromessa che se li avesse persi o rotti non ne avrei comprati piú. Ques'estate la pediatra giá rompeva con che alla sua etá doveva giá averli abbandonati...Ma si sá, a volte i bimbi regrediscono e Gabi ad agosto, dopo esser stato malato per piú di 2 settimane, aveva ripreso il vizio alla grande. Neanche con il raffreddore se ne staccava, neanche con il naso tappato e la difficoltá a respirare. Immaginarsi io se glielo toglievo sto palliativo per addormentarsi!
E poi succede: si rompono i ciucci e lui smette di colpo. Mi vien quasi da pensare che se li sia rotti lui da solo per non usarli piú!
L'unica pecca é ancora il pannolino, non c'è verso di sbarazzarcene! A parte alcune ore durante la giornata, ancora Gabi, se non costretto a far pipí nel vater, si rifiuta di dirmi che ha bisogno di far i suoi bisogni. Spesso se la fa addosso...e sí che avevamo iniziato cosí bene st'estate. A sto punto penso che sará come tutto il resto delle cose da togliere. Da un giorno all'altro sará lui a dirmi ok, basta pannolino.
In sta settimana il Pupone ha iniziato a parlare e raccontare, ancora a modo suo, tutto quel che gli succede. Ancora carente di molte parole, e tanti verbi, riesce peró a mescolare bene le lingue e fare un discorsetto.
É un dispettoso. Ne combina di tutti i colori! Ha un caratterino che fa perder la pazienza. L'altro giorno si giocava insieme, lui sul tavolo intento a far non so che, io che gli parlavo e gli spiegavo una cosa che non doveva fare, e lui con la coda dell'occhio che ogni tanto mi guardava, ma mentre parlavo faceva finta di niente. Finché é rimasto a guardare sempre con la coda dell'occhio verso la mia direzione e m'ha fatto un sorrisetto furbo...il Pupone mi stava prendendo in giro! Faceva finta di non sentirmi!! Ora mi chiedo, é mai possibile che a 2 anni e 5 mesi giá si prenda gioco di sua madre??? Sí, é possibile!!
Ricomincia la settimana che a volte son quasi contenta d'andar al lavoro per potermi rilassare. Dopo 3 giorni intensi con Pupone son esausta, anche un pó esaurita se il fine settimana é stato difficile, dipende dalle giornate che ha. Cosí che vado al lavoro e mi rilasso. Perché é cosí, per una madre é molto piú semplice farsi 8 ore di lavoro che star dietro al proprio figlio...o perlomeno é meno stancante!
Poi comunque penso che certo, Pupone mi sfinisce, mi fa arrabbiare, mi fa arrivar la sera alle 22, quando lui finalmente s'addormenta, ringraziando che sia finita la giornata. E mi butto a letto. Basta. Che quella giornata non si ripeterá piú, mai, non ce ne saranno altre uguali. Ma nel senso che cresce in fretta, e tra un mese non sará come adesso. Sia nel bene che nel male. Perché anche se mi sento uno straccetto, spesso, poi penso a lui che mi sorride, mi abbraccia, mi sbaciucchia...e allora il giorno dopo ricomincia tutto da capo ed io lo guardo e me lo mangio con gli occhi.
Mi dicono che ho tanta pazienza, che non tutti riuscirebbe a far quello che faccio io, che me lo cresco quasi da sola, che gli faccio da madre e da padre.
Pazienza? Forse. A me spesso sembra di averne troppo poca. Dovrei esser piú tollerante con lui. Il che non significa viziarlo, sia chiaro. Spesso mi sento stile madre fallita, quando vedo che non fa caso a niente di quel che dico. Altre volte...beh, non mi sento una madre perfetta, ma penso che comunque qualcosa di buono lo faccio.
Non é facile. Giorno dopo giorno vedo Gabi crescere e giá iniziano le domande. Dov'è papá? In Spagna. Perché? Lavora. E per fortuna finisce lí. Non lo sente mai perché suo padre non chiama. Vede qualche sua foto per internet, ogni tanto. Lo riconosce. Ha una macchinetta che suo padre portó a casa quando lui era ancora nel pancione. La adora. E soprattutto si ricorda bene di lui.
Non gli parlo male del padre. Non ho neppure voglia di parlare di lui, con che scopo. Peró lo ammetto, guardo Gabi e mi ricordo di suo padre, perché Gabi ovviamente gli assomiglia fisicamente, ma anche in certe abitudini e comportamenti. É quel che dicevo l'altra volta, quel nascere con qualcosa dentro che proviene da chi ti ha generato, e Gabi non é da meno. Ha cose mie come del padre. Ha ereditato abitudini di entrambi, vizi, maniere di fare, gusti. Soprattutto nel cibo ha gli stessi gusti del padre. E in tante altre cose che fa, che spesso mi verrebbe da dirgli "Sei tutto tuo padre". Ma non posso, non lo nomino, almeno quando siamo con altre persone.
E suo padre? Mah, che dire...la solita frase, lui se lo perde. Lui si é perso piú di un anno di Gabi, un anno che non riavrá mai. E quindi quando arrivo la sera stanca, dopo una giornata intensa fra lavoro e bimbo, certo son contenta che Gabi dorma ed io mi possa rilassare, ma penso anche che ho vissuto un'altro giorno di Gabi, e la mattina non vedo l'ora di abbracciarlo quando si sveglia per la mia razione giornaliera di baci.
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