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Giostre e carillon

Creato il 13 febbraio 2012 da Antonio
C'è qualcosa di triste nelle giostre di una volta, quelle con i cavallucci che girano in tondo, c'è qualcosa di doloroso in quel girare intorno allo stesso asse, sempre uguale e sempre diverso, un girare disperato e inutile che pure racchiude tutta la gioia che è dato provare in quel cerchio magico che è la giostra. Si sogna appena o si ha paura di qualcosa che avviene fuori da quel cerchio incantato. C'è sempre qualcosa di triste in un carillon che non dipende dalla melodia, qualunque melodia suonata da un carillon è triste, la tristezza è nelle note pizzicate, nella musica che diventa via via più lenta, nei suoni che faticano a spiccare il volo quando la carica sta per esaurirsi fino a fermarsi, quasi mai alla fine della melodia. Eppure la magia dei carillon è far diventare finale di melodia proprio il momento in cui la carica finisce.
C'è qualcosa di straordinario nelle giostre e nella musica dei carillon, metafora della vita che quasi mai attende che la musica finisca per fermarsi.
Gira la giostra intorno al perno del mondo,
tintinnii di sonagli e cavalli colorati al galoppo
e cavalieri bambini all'assalto
nelle terre del silenzio.
Solenni armi i sorrisi alla conquista del sole,
e nuovo stupore ad ogni giro.
Poco distanti guardiamo,
sopraffatti da tanta gioia.
Quando la musica finisce
una voce giunge, un singulto
non sai se di bimbo o di adulto
un altro giro, implora,
un altro giro ancora.

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