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Giovane e bella

Creato il 21 novembre 2013 da Lo Sciame Inquieto

Giovane e bellaTralasciando il fatto che il trailer di questo film è una sua perfetta sintesi al punto tale da togliere buona parte della sorpresa della sua visione (cosa che già di per sé mi indispone non poco), devo dire che per una volta non tesserò le lodi di Ozon, che pure è un regista che amo particolarmente.
Il nuovo film del regista francese è infatti certamente un ottimo prodotto cinematografico, però personalmente non lo considero una tappa essenziale nel percorso di questo regista.
Giovane e bella racconta un anno della vita di Isabelle (la bellissima Marine Vacht), precisamente i suoi 17 anni, che iniziano l'estate della sua prima esperienza sessuale con un ragazzo tedesco poco più grande di lei conosciuto in vacanza. Da lì Isabelle deciderà di mettere la sua bellezza alla prova di uomini molto più grandi di lei, prostituendosi e chiedendo cifre sempre più alte, fino all'incidente di percorso che metterà lei e la sua famiglia di fronte a interrogativi non semplici.
Il personaggio di Isabelle è certamente affascinante ed enigmatico, e rende perfettamente la difficoltà di un'età confusa in cui non si è più bambini e dunque con quel fondo di ingenuità che caratterizza per esempio suo fratello, ma neanche adulti e dunque pienamente responsabili delle proprie azioni e consapevoli - nel bene e nel male - delle proprie scelte a volte anche discutibili, come sua madre e il suo patrigno.
Isabelle invece è smarrita e introversa e l'assenza del padre non sembra una motivazione sufficiente a farci comprendere il perché dei suoi comportamenti.
Lo sguardo del regista non è certamente giudicante, semmai è interrogativo come quello dello spettatore che di fronte a questa giovane donna così bella e così malinconica non può che prendere atto, senza essere in grado di capire in profondità.
I 17 anni sono certamente un'età difficile, e lo sono stati per ognuno di noi seppure in modi differenti. Probabilmente oggi lo sono ancora di più. Il rapporto con il proprio corpo, la dimensione delle relazioni, la dinamica familiare si amplificano a dismisura senza trovare una collocazione sensata e senza che si abbia la consapevolezza che presto o tardi tutto si comporrà.
Però non mi pare che questa volta Ozon riesca a dirci molto altro.
Voto: 2,5/5

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