Una città di novità che non si ferma mai sprizzando ilarità ad ogni esquina, qui dove si mangiano quantità industriali di tagliatelle al ragù e tortellini in brodo, dove troviamo varietà di cucine da tutto il mondo, dove al sushi abbiniamo uno Spritz e alle caramelle al gorgonzola azzardiamo una bevanda esotica, qui che i bolognesi anche quelli acquisiti non hanno paura di diventare cosmopoliti e buttare giù le barriere della cucina tradizionale per legarla a quella internazionale con quel tocco di innovazione che solo gli chef “contemporanei” sanno dare. Ancora una volta arte e cucina e sesso passeggiano insieme costruendo un legame che passando dall’arte attraverso la vita arriva direttamente in cucina nelle bocche di esteti del gusto. All’artista contemporaneo, ricercatore di novità e sperimentatore di idee si accompagna lo chef Alternative in continuo divenire, osservatore di cambi di tendenza, paladino del palato che inventa o rielabora i suoi piatti per stuzzicare la comunità e avvicinarla al piacere.
A tutto questo si unisce poi l’amico chef Marco Z. che ti ospita a casa sua insieme alla bellissima moglie per farti provare il piatto che cucina solo per lei, quello che vorresti cucinassero per te, che invidi profondamente, che quando stagliuzza gli ingredienti con il coltello vorresti piantartelo nelle vene perché non hai sposato uno chef anche tu. Quelle situazioni in cui imprechi i santi e gli angeli per essere una donna troppo indipendente e non aver pensato nemmeno per un attimo della tua vita che a volte occorre fermarsi, guardare e ascoltare il rumore dell’amore. Quell’amore che succede in una cucina di una casa semplice fatto di persone semplici, quell’amore che sta tra una pentola, un cucchiaio e un grembiule nero, quell’amore che osservandolo capisci che è reale. Ancora una volta ciò che mi appassiona di più prende vita e si materializza in un piatto che immagino sia l’essenza della passione tra due persone che si amano e hanno deciso di passare la vita insieme, gli ingredienti saltellano di padella in padella e di piatto in piatto, danzano passando di mano in mano e di bocca in bocca. I sapori si uniscono e creano un ponte tra tradizione e innovazione, tra antichi sapori e giovani eccessi, mentre le chiacchere femminili si sprecano il rumore dei coltelli sul tagliere e l’odore dei grissini nel forno riempiono la stanza. Le tagliatelle sono quasi pronte mi siedo e osservo, scatto foto e rimango a pensare. Accettare il loro invito a cena non è stato per Claudia e Marco solo aprire la porta di casa ad una curiosa, è stato aprire le porte del loro cuore. Il petto d’anatra selvaggio è in arrivo e ancora una volta mi emoziono, ancora una volta mi rendo conto che ciò che fa bella la mia vita, sono le persone. Quelle stesse che tra cucina arte e il sesso costruiscono rapporti veri.Non potrete provare questo innovativo piatto perché è unico e riservato come il loro amore ma potrete assaggiare i grissini e le altre leccornie a CapoNord via Murri 49/b Bologna all’ora di pranzo.
PETTO D’ANATRA SELVAGGIO AI FIORI DI SAMBUCO CON FRAGOLE GRIGLIATE E CARPACCIO DI “CAIPIRINHA” AL SALE GROSSO di Marco Zaccaria
Petto d’anatraFragoleLimeFiori di sambuco secchi
Cachaça
Olio extra vergine d’olivaPepe in graniBurroSale grosso
Procedimento
Passare delicatamente la carne dalla parte della pelle sui fiori e lasciarla insaporire per 30minuti.
Mentre aspettiamo, laviamo e mondiamo le fragole avendo cura di tenerle intere. Poi prendere i lime, lavarli e tagliarli a finissime fettine mantenendo il senso trasversale del frutto.
Mettere una padella antiaderente sul fuoco, far intiepidire e aggiungere una piccola noce di burro e un cucchiaino di olio extra vergine di oliva.
Il petto ora andrà riposto in padella dal verso della pelle, cercando di tenere i nervi saldi in quanto si abbisogna di far rosolare la pelle in maniera perfetta. Armiamoci di calma e buone intenzioni per riuscire nell’intento di rendere una pelle compiuta, omogenea, con una rosolatura croccante che otterremo solo con una temperatura costante.
A questo punto giriamo il petto, facciamolo cicatrizzare, aggiungiamo qualche grano di pepe e finiamo la cottura in forno a 180° per 7–8 minuti (ottenendo cosi il nostro primo grande successo, una cottura rosata, proprio come il viso della nostra amata)
Mentre ci dimeniamo tra pentole e fornelli ungiamo le fragole e grigliamole rapidamente ad una temperatura elevata su una griglia o su una padella speciale con le righe. (risultato fragole come nei cartoni animati, cruda ma con striscioline di grigliatura)
Mentre già assaporiamoci con l’olfatto il nostro delizioso risultato disponiamo sul piatto di portata le fettine di lime spennellandole con la cachaça e qualche grano di sale grosso (quello di Cervia detto anche sale dolce dei Papi, più dolce e morbido è perfetto).
Collochiamo il petto sul piatto accanto al carpaccio di caipirihna e uniamo le fragole alla composizione .
Buon appetito e buon dopocena