Una fiducia a tempo determinato “che si misurerà sulla capacità di rispettare gli impegni”. Non è una cambiale in bianco al premier Matteo Renzi quella che Marco Gay, leader dei giovani imprenditori, stacca all’indirizzo del governo dopo il voto delle europee.
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“L’Italia ha un governo a cui gli italiani hanno chiesto di non perdere neanche un minuto. E noi siamo qui per dire: presidente Renzi, lavoriamo uniti. Abbiamo responsabilità distinte ma insieme possiamo arrivare lontano”, dice dal palco del tradizionale convegno di Santa Margherita Ligure che segna anche il suo debutto al vertice degli under 40 di viale dell’Astronomia. Rivolto al premier, Gay rivendica il ruolo delle imprese. ”Non siamo palude ma terreno fertile perché la ‘svolta buona’ senza imprese è solo una sterzata brusca su una strada senza uscita - scandisce – La nostra disponibilità non è un bisogno di accreditarci ma è una opportunità per il Paese”.
Dal palco il presidente dei giovani imprenditori lancia anche un monito a chi delocalizza: “Chi corrompe esca da Confindustria ma esca anche chi non accetta che il legittimo profitto sia indissolubilmente legato al territorio che lo genera. Non abbiamo paura a dirlo: la delocalizzazione di quelle imprese che producono utili ma che vanno alla ricerca di manodopera sempre più sottopagata, sradicando ricchezze produttive che hanno segnato la storia di intere città e distretti, oggi non può più essere considerata una qualsiasi opzione imprenditoriale”, spiega Gay, distinguendo però da una fuga per interesse da quella per necessità. La delocalizzazione, infatti, “non può essere l’unica opzione data dal sistema a coloro che rischiano di chiudere perdendo tutto e sono costretti alla fuga per sopravvivere. “Noi ci impegniamo a non lasciare l’Italia”, assicura, chiedendo al tempo stesso allo Stato di essere un “alleato”.
“L’Irap è stata tagliata. Molto bene. Ma per favore diteci che prima o poi la toglierete del tutto - è l’appello di Gay -. Diciamolo chiaramente: se vogliamo che la crescita, quando tornerà, porti anche lavoro bisogna passare a una tassazione dell’impresa che rafforzi chi assume regolarmente, anziché penalizzarlo come se fosse una colpa”.
Sul fronte lavoro, per il presidente dei giovani imprenditori le priorità sono riforma dei contratti entro il 2014 e salario minimo per rilanciare la contrattazione. Quanto all’art. 18, spiega, “la questione è stata superata dal mercato. Per i giovani è come parlare di Coppi e Bartali, di Rivera e Mazzola: non hanno idea di cosa si tratti”. Dal palco di Santa Margherita Ligure Gay rilancia anche la sfida di creare non solo posti di lavoro ma anche nuovi imprenditori. “Qualcuno anni fa ha promesso all’Italia di creare 1 milione di posti di lavoro. Ci ha firmato un contratto. Noi come imprenditori, di contratti, ne firmiamo ogni giorno. E li rispettiamo”, dice a chiare lettere, senza mai citare Berlusconi. E propone un cambio di passo: ”Le nostre imprese associate sono 13mila. Se ciascuno di noi incubasse anche solo una start up, in poco tempo, avremmo 10mila nuove imprese. In termini di occupazione significa molto più di 1 milione di posti di lavoro”.
Quanto all’Ue, la richiesta che arriva dai giovani imprenditori è di abolire il semestre europeo. Non per abolire l’Europa ma per andare verso gli Stati Uniti d’Europa. “C’è un presidente del Consiglio europeo, nominato per due anni e mezzo; ci sembra possa bastare” dice Gay. “Se davvero l’Unione vuole avvicinarsi ai suoi cittadini, cominci col riformare la sua architettura istituzionale, eliminando i residui di un approccio inter governativo che non ha più ragione di esistere”, ribadisce rilanciando la “guerra” che raccoglie gli imprenditori: “Passare dall’obiettivo del 3% del rigore a quello del 3% dello sviluppo”.
(adnkronos.it)