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Giovani imprenditrici crescono. Con coraggio

Creato il 28 novembre 2014 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Sarà la maggiore attitudine non piangersi addosso e a reagire alle difficoltà. Sarà forse il senso pratico e la maggior freschezza delle idee. Fattostà che, visto che il lavoro non c’è, le giovani donne stanno cercando di crearsi da sole le opportunità. Difficile stabilire in che misura al giorno d’oggi scegliere l’autoimpiego sia una vera scelta o piuttosto un ripiego dai risvolti molto pericolosi, dati i balzelli e le complicazioni burocratiche cui vengono sottoposti i possessori di partita Iva. Per ora ci fermiamo ai numeri. E i numeri dicono che negli ultimi mesi c’è stato in Italia un vero e proprio boom di giovani imprenditrici under 35.

I dati appena sfornati dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere e dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e del Ministero del Lavoro sulla base dai fabbisogni professionali di lavoro non stagionale delle imprese negli ultimi quattro anni, raccontano che delle 618.345 imprese giovanili registrate in Italia al 30 settembre 2014 ben 171.229 sono guidate da imprenditrici: dallo scorso marzo le imprese giovanili femminili sono aumentate del 5,8%.

Le pari opportunità

In base ai dati dell’Unioncamere pare che nei criteri di selezione del personale da parte delle aziende italiane stia, seppur lentamente, scomparendo la distinzione tra maschio e femmina: a fare la differenza tra un lavoratore valido e uno meno valido sembra che finalmente stia facendo capolino il criterio della competenza. Nelle previsioni delle imprese oltre la metà delle nuove assunzioni sono infatti indirizzate indifferentemente ad ambedue i sessi e in alcuni settori, come quello del sociale, le donne hanno spesso più possibilità di trovare un impiego rispetto ai candidati uomini.

Ma lo studio dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile mette in evidenza soprattutto la propensione delle giovani donne all’autoimpiego: in Italia una impresa giovanile su quattro è guidata da una donna. Fenomeno che – evidenzia la Cna Impresa Donna Sardegna – si riscontra anche in Sardegna dove su 16.917 imprese giovanili registrate al 30 settembre 2014, ben 4.828 sono gestite da giovani imprenditrici: un tasso di “femminilizzazione” del 28,54% che supera il 27,69% registrato a livello nazionale.

Le imprenditrici in Italia

imprenditriciComplessivamente in Italia le imprese femminili sono 1.297.544, il 21,45% delle 6.049.220 registrate al 30 settembre. Questo numero in sei mesi è cresciuto dello 0,8% contro lo 0,4% dell’intera base imprenditoriale. Lombardia, Lazio e Campania sono le regioni con il maggior numero di imprenditrici: da sole detengono più del 33% di imprese femminili. Ma è in Molise, Basilicata e Abruzzo che il tasso di femminilizzazione del tessuto produttivo raggiunge il massimo. Quanto alla Sardegna, su 167.076 imprese complessivamente registrate 37.242 sono femminili: un tasso di femminilizzazione del 22,29% contro una media italiana del 21,45.

Le imprenditrici scelgono commercio e agricoltura. Ma la percentuale di imprenditrici raggiunge livelli decisamente superiori alla media in ambiti come quelli dei servizi alla persona, la sanità e l’assistenza sociale, l’istruzione, l’alloggio e ristorazione.

Secondo l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile le imprenditrici scelgono poi per lo più la forma societaria più semplice, quella individuale, anche se le cooperative raggiungono un’incidenza del 20,6% di quelle registrate complessivamente a livello nazionale.

Insomma, il coraggio e la buona volontà delle giovani imprenditrici ci sono: resta da valutare il supporto delle istituzioni alle loro iniziative imprenditoriali.

Anche in Sardegna le donne stanno mostrando un grande coraggio nell’affrontare questa difficile fase economica Anche se la strada per una vera parità è ancora lunga, le donne, soprattutto le più giovani e intraprendenti, stanno trovando spazi sempre maggiori per emergere nel mondo del lavoro sia gestendo un’impresa propria, sia competendo ad armi pari con gli uomini per stare sul mercato. È però necessario mettere in campo politiche mirate a favorire ed accelerare questo percorso virtuoso con uno sforzo per aiutare i giovani e le donne a realizzare le proprie idee imprenditoriali. Lo strumento del credito d’imposta, per esempio sarebbe un’opportunità di crescita sia per gli investimenti che per le assunzioni nelle imprese giovanili e femminili, il cui contributo è una risorsa fondamentale per far ripartire il nostro Paese e la nostra Regione. (Rosanna Musu e Valentina Codonesu, rispettivamente presidente e coordinatrice regionale della Cna Impresa Donna Sardegna).

 


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