Adoro la mia famiglia e la moltitudine e il rumore che mi tormenta ininterrottamente. Inizio a non ricordare come era la mia vita "prima". Trasgredisco l'ordine degli articoli scritti da Giovanna per postarvi queste parole; le dedico al mio collega P. e alla mia amica M.R. ... perché penso a loro...
foto loretta campomaggi
Il 21 marzo di ben otto anni fa scoprivo che avrei avuto la mia bambina. Proprio lei, una femmina, con un viso, le manine, i piedini. Ricordo ancora la sensazione che provai, che provammo io e mio marito, volevamo lei, e lei c’era! Che gioia...I figli sono fatica, sono gioia e fatica insieme. Quando non arrivano sei disperato, ti senti a metà, vorresti gridare a tutti perché... poi arrivano, come un uragano, ti riempiono di tutto, ti ritrovi a non essere mai più da solo e sei talmente in uno stato di grazia che ti difendi come puoi, a volte anche con pensieri stupidi su come farai e soprattutto se ce la farai. A me capita spesso di fare strani pensieri, forse chi è riuscito ad avere un figlio con tanta fatica è più fragile, più sensibile, o forse no. Io faccio molta fatica a pensare al futuro. Prima andavo in palla anche per il presente, adesso meno. Ma il futuro, quello mi spaventa. Eppure basterebbe fare i bilanci, le famose liste, pensare a quella metà colmata, per essere orgogliosi di quello che siamo. Non è facile, siamo bombardati da brutte notizie, viviamo quasi sempre in uno stato di equilibrio precario, capire ed essere capiti è sempre più difficile e questo non aiuta. Il mio motto è tenersi strette le cose care che hai, ed è così che vado avanti, con fatica ma consapevole che faccio del mio meglio...