Magazine Cinema
smettere di fumare fumando (2012) - 2/5
Gipi (1963) è un disegnatore pisano recentemente convertitosi al mestiere di regista. Il suo esordio stato presentato a Venezia, il suo secondo film ha concorso a Torino.
-Smettere di fumare fumando
Italia 2012 - docufiction - 68min.
Il fumettista e regista Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi (Pisa 1963), decide di colpo di smettere di fumare, passando dalle decine di sigarette al giorno a zero di colpo, con spiacevoli conseguente psico-fisiche. Decide inoltre di auto-filmarsi nei primi dieci giorni di astinenza con apparecchiature non professionali, e montare giorno per giorno il girato.
Vignettista per Repubblica, gestore di un blog che pubblica cortometraggi, fumettista vincitore di numerosi premi (miglior fumetto dell'anno al Festival internazionale di Angouleme 2006 con "LMVDM. La mia vita disegnata male"), Gipi ha esordito al cinema con la regia de L'ultimo terrestre, presentato a Venezia 2011. Poi, una fase di blocco creativo, risoltasi dopo la liberazione dalla schiavitù della nicotina documentata in questo film, che gli ha permesso di mettersi al lavoro su un altro lungometraggio che sta finendo in questo periodo (novembre 2012).
Il film ha una qualità video scadente e un audio ancor peggiore (il microfono è stato comprato dopo, le telecamere usate sono quelle del telefonino, una digitale Gopro, una Canon 5D). Il montaggio fa del suo meglio per conferire un'ordine a un miscuglio di immagini apparentemente incoerenti. In realtà il materiale è stato selezionato e montato con attenzione, e dietro la spontaneità dei dialoghi con amici e parenti si rileva una pianificazione (premeditazione?) del tutto evidente, un po' come il "falso" documentario Le cinque variazioni di Lars von Trier. Il problema del film è che non si capisce chi dovrebbe essere interessato a vederlo: i fan del Gipi fumettista non troveranno nulla di inerente; i fan del Gipi cineasta devono scordarsi qualunque svolgimento drammaturgico sensato. E' uno zibaldone di volgarità, riflessioni, immagini mosse e grandangolatissime, intermezzi onirici, tediose parentesi autobiografiche, invenzioni umoristiche che strizzano l'occhio a Nanni Moretti e Fellini (gli immaginari colloqui con il critico che bolla il materiale girato come mera pornografia), nonchè a Lynch (anche se l'esilarante finale sembrerebbe sconfessarlo). Nemmeno ai fumatori o aspiranti ex-fumatori il film è consigliabile: è ovvio che il fatto del fumo è solo un pretesto per una celebrazione solipsistica dell'autore (che comunque dice di essere riuscito nel suo intento e di non fumare più da allora), e non vedo perchè qualcuno dovrebbe spendere dei soldi per vederlo.
Ciò non toglie che riesca ad essere molto divertente.
Voto: 2/5
Il fumettista e regista Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi (Pisa 1963), decide di colpo di smettere di fumare, passando dalle decine di sigarette al giorno a zero di colpo, con spiacevoli conseguente psico-fisiche. Decide inoltre di auto-filmarsi nei primi dieci giorni di astinenza con apparecchiature non professionali, e montare giorno per giorno il girato. Vignettista per Repubblica, gestore di un blog che pubblica cortometraggi, fumettista vincitore di numerosi premi (miglior fumetto dell'anno al Festival internazionale di Angouleme 2006 con "LMVDM. La mia vita disegnata male"), Gipi ha esordito al cinema con la regia de L'ultimo terrestre, presentato a Venezia 2011. Poi, una fase di blocco creativo, risoltasi dopo la liberazione dalla schiavitù della nicotina documentata in questo film, che gli ha permesso di mettersi al lavoro su un altro lungometraggio che sta finendo in questo periodo (novembre 2012). Il film ha una qualità video scadente e un audio ancor peggiore (il microfono è stato comprato dopo, le telecamere usate sono quelle del telefonino, una digitale Gopro, una Canon 5D). Il montaggio fa del suo meglio per conferire un'ordine a un miscuglio di immagini apparentemente incoerenti. In realtà il materiale è stato selezionato e montato con attenzione, e dietro la spontaneità dei dialoghi con amici e parenti si rileva una pianificazione (premeditazione?) del tutto evidente, un po' come il "falso" documentario Le cinque variazioni di Lars von Trier. Il problema del film è che non si capisce chi dovrebbe essere interessato a vederlo: i fan del Gipi fumettista non troveranno nulla di inerente; i fan del Gipi cineasta devono scordarsi qualunque svolgimento drammaturgico sensato. E' uno zibaldone di volgarità, riflessioni, immagini mosse e grandangolatissime, intermezzi onirici, tediose parentesi autobiografiche, invenzioni umoristiche che strizzano l'occhio a Nanni Moretti e Fellini (gli immaginari colloqui con il critico che bolla il materiale girato come mera pornografia), nonchè a Lynch (anche se l'esilarante finale sembrerebbe sconfessarlo). Nemmeno ai fumatori o aspiranti ex-fumatori il film è consigliabile: è ovvio che il fatto del fumo è solo un pretesto per una celebrazione solipsistica dell'autore (che comunque dice di essere riuscito nel suo intento e di non fumare più da allora), e non vedo perchè qualcuno dovrebbe spendere dei soldi per vederlo. Ciò non toglie che riesca ad essere molto divertente. Il fumettista e regista Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi (Pisa 1963), decide di colpo di smettere di fumare, passando dalle decine di sigarette al giorno a zero di colpo, con spiacevoli conseguente psico-fisiche. Decide inoltre di auto-filmarsi nei primi dieci giorni di astinenza con apparecchiature non professionali, e montare giorno per giorno il girato. Vignettista per Repubblica, gestore di un blog che pubblica cortometraggi, fumettista vincitore di numerosi premi (miglior fumetto dell'anno al Festival internazionale di Angouleme 2006 con "LMVDM. La mia vita disegnata male"), Gipi ha esordito al cinema con la regia de L'ultimo terrestre, presentato a Venezia 2011. Poi, una fase di blocco creativo, risoltasi dopo la liberazione dalla schiavitù della nicotina documentata in questo film, che gli ha permesso di mettersi al lavoro su un altro lungometraggio che sta finendo in questo periodo (novembre 2012). Il film ha una qualità video scadente e un audio ancor peggiore (il microfono è stato comprato dopo, le telecamere usate sono quelle del telefonino, una digitale Gopro, una Canon 5D). Il montaggio fa del suo meglio per conferire un'ordine a un miscuglio di immagini apparentemente incoerenti. In realtà il materiale è stato selezionato e montato con attenzione, e dietro la spontaneità dei dialoghi con amici e parenti si rileva una pianificazione (premeditazione?) del tutto evidente, un po' come il "falso" documentario Le cinque variazioni di Lars von Trier. Il problema del film è che non si capisce chi dovrebbe essere interessato a vederlo: i fan del Gipi fumettista non troveranno nulla di inerente; i fan del Gipi cineasta devono scordarsi qualunque svolgimento drammaturgico sensato. E' uno zibaldone di volgarità, riflessioni, immagini mosse e grandangolatissime, intermezzi onirici, tediose parentesi autobiografiche, invenzioni umoristiche che strizzano l'occhio a Nanni Moretti e Fellini (gli immaginari colloqui con il critico che bolla il materiale girato come mera pornografia), nonchè a Lynch (anche se l'esilarante finale sembrerebbe sconfessarlo). Nemmeno ai fumatori o aspiranti ex-fumatori il film è consigliabile: è ovvio che il fatto del fumo è solo un pretesto per una celebrazione solipsistica dell'autore (che comunque dice di essere riuscito nel suo intento e di non fumare più da allora), e non vedo perchè qualcuno dovrebbe spendere dei soldi per vederlo. Ciò non toglie che riesca ad essere molto divertente. Il fumettista e regista Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi (Pisa 1963), decide di colpo di smettere di fumare, passando dalle decine di sigarette al giorno a zero di colpo, con spiacevoli conseguente psico-fisiche. Decide inoltre di auto-filmarsi nei primi dieci giorni di astinenza con apparecchiature non professionali, e montare giorno per giorno il girato. Vignettista per Repubblica, gestore di un blog che pubblica cortometraggi, fumettista vincitore di numerosi premi (miglior fumetto dell'anno al Festival internazionale di Angouleme 2006 con "LMVDM. La mia vita disegnata male"), Gipi ha esordito al cinema con la regia de L'ultimo terrestre, presentato a Venezia 2011. Poi, una fase di blocco creativo, risoltasi dopo la liberazione dalla schiavitù della nicotina documentata in questo film, che gli ha permesso di mettersi al lavoro su un altro lungometraggio che sta finendo in questo periodo (novembre 2012). Il film ha una qualità video scadente e un audio ancor peggiore (il microfono è stato comprato dopo, le telecamere usate sono quelle del telefonino, una digitale Gopro, una Canon 5D). Il montaggio fa del suo meglio per conferire un'ordine a un miscuglio di immagini apparentemente incoerenti. In realtà il materiale è stato selezionato e montato con attenzione, e dietro la spontaneità dei dialoghi con amici e parenti si rileva una pianificazione (premeditazione?) del tutto evidente, un po' come il "falso" documentario Le cinque variazioni di Lars von Trier. Il problema del film è che non si capisce chi dovrebbe essere interessato a vederlo: i fan del Gipi fumettista non troveranno nulla di inerente; i fan del Gipi cineasta devono scordarsi qualunque svolgimento drammaturgico sensato. E' uno zibaldone di volgarità, riflessioni, immagini mosse e grandangolatissime, intermezzi onirici, tediose parentesi autobiografiche, invenzioni umoristiche che strizzano l'occhio a Nanni Moretti e Fellini (gli immaginari colloqui con il critico che bolla il materiale girato come mera pornografia), nonchè a Lynch (anche se l'esilarante finale sembrerebbe sconfessarlo). Nemmeno ai fumatori o aspiranti ex-fumatori il film è consigliabile: è ovvio che il fatto del fumo è solo un pretesto per una celebrazione solipsistica dell'autore (che comunque dice di essere riuscito nel suo intento e di non fumare più da allora), e non vedo perchè qualcuno dovrebbe spendere dei soldi per vederlo. Ciò non toglie che riesca ad essere molto divertente.
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