E’ un mese di luglio particolare quello che stiamo vivendo in questo 2014. L’estate stenta a decollare, almeno in Italia e nel mondo vagano venti di crisi, per non chiamarli venti di guerra vera e propria. Ucraina, Israele, Palestina, Siria, Iraq, Afghanistan, Sudan, Somalia, Eritrea, Nigeria, Egitto solo per citare alcuni Paesi ove i conflitti sono alla luce del sole o momentaneamente sopiti.
Per fortuna che l’Unione europea si appresta nel prossimo mese di agosto a nominare un Alto Rappresentante per gli Affari esteri di esperienza così da far sentire con forza tutto il peso politico di cui, come noto, è capace…
Tuttavia è del conflitto italiano che desideriamo occuparci oggi: il conflitto in atto e tutto interno alle forze politiche che sono ormai giunte al punto di non ritorno delle riforme renziane.
Ormai non c’è più tempo per la discussione, nelle aule parlamentari è giunto il momento di passare alle votazioni. Da domani si fa sul serio, si vedrà chi vuole le riforme e chi no.
Ma quali riforme? Siamo proprio sicuri che così come stiamo architettando la nuova struttura costituzionale, il nostro Paese ne uscirà meglio attrezzato per affrontare le sfide del futuro?
Francamente in questo caso concordiamo con il M5S che vede una deriva autoritaria negli uomini del governo Renzi. Del resto, che i sodali del nostro Primo Ministro ogni tanto si facciano prendere la mano, non è cosa nuova...
Ma le riforme andrebbero condivise da un’ampia maggioranza, dicono tutti. Ma le riforme, comunque sia, vanno portate a termine, altrimenti non siamo credibili in Europa, dicono i renziani. Ma se i grillini avessero iniziato a collaborare con il Governo Letta due anni fa e non si fossero ritirati sull’Aventino, magari oggi Firenze avrebbe ancora il suo vecchio sindaco e noi forse avremmo già una nuova legge elettorale, un nuovo Senato composto da 100 senatori eletti dal popolo e Berlusconi e Alfano sarebbero ancora amici per la pelle, come lo sono sempre stati…
Purtroppo la storia non si fa con i se e con i ma, però qualcuno nel M5S dovrebbe comunque fare autocritica e ammettere che sono stati persi due anni durante i quali il renzismo ha preso piede, l’Italia è rimasta in stato comatoso ed ora ci troviamo il fiato sul collo delle riforme che vanno fatte a qualunque costo…
Ma siamo proprio sicuri che vadano fatte a qualunque costo? E se qualcuno volesse fermare la giostra e scendere? Nessun problema compagni: il Comandante in Capo scende in campo e con la forza incredibile che caratterizza questo indomito ottantanovenne viene data una nuova spinta e la giostra riprende a girare, a girare, a girare…
Il tempo è un grande maestro: trova sempre il finale migliore.
Questo pensava il grande Charlie Chaplin. In un Paese dove un comico si crede leader politico e dove i politici di professione ormai fanno solo ridere, mi sembra il finale più corretto…