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Girl Fight (Recensione PlayStation 3)

Creato il 17 ottobre 2013 da Edoedo77

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Nel vasto mondo dei picchiaduro ad incontri (quelli alla Street Fighter per intenderci in modo più spicciolo), c’è un sottogenere che sta avanzando ed è dedicato ai titoli con rose di combattenti esclusivamente in gonnella (o giù di li).
Uno dei primi che viene alla mente è SkullGirls. A questo aggiungiamo Girl Fight, titolo fresco fresco sviluppato da Kung Fu Factory per Majesco Entertainment e Microprose diffuso tramite PSN ed Xbox Live Arcade per PlayStation 3 ed Xbox 360.
La nostra recensione parlerà dell’ultima fatica di Kung Fu Factory, un titolo low-cost destinato, lo diciamo fin da subito, a non fare scalpore e ad essere preso in considerazione solo se veri collezionisti di picchiaduro, indipendentemente dalla loro riuscita.

OTTO DONNE, OTTO STORIE IN UN MONDO OSCUROgirl fight 15092013h

Prima di andare al sodo della discussione, parliamo rapidamente del roster delle combattenti. Troviamo otto simpatiche donzelle che lotteranno per la loro libertà e per disimpegnarsi dalla Fondazione, un’associazione paramilitare senza scrupoli che ha manipolato le loro menti sfruttando i vari disturbi psicologici o altro per catapultarle in un mondo virtuale dove scontrarsi e testare la loro efficacia.
Così, Warchild; Chaos; Viper; Wrench; Shogun; Daisy; Ghost e Chrome lottano a suon di pugni, calci, prese, attacchi speciali e quant’altro per essere libere e (probabilmente) tornare ad una vita normale. Le nostre eroine sono anche dotate di particolari poteri psionici che elencheremo a seguire. Il discorso della Realtà Virtuale non è preso a caso: tutta l’ambientazione e le arene sono infatti generate tramite questa tecnica e non sono “reali”.

GAMEPLAY SPICCIOLO, QUALCHE IDEA CARINA MA POCHE MODALITA’ EXTRA

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Parliamo adesso di un dato importante: il gameplay fulcro di ogni gioco. L’idea degli sviluppatori era senza dubbio quella di semplificare il tutto con comandi semplici utilizzando meno combinazioni possibili per facilitare anche i neofiti dei picchiaduro.
L’impresa è riuscita a metà. Se, infatti, da un lato, vediamo come sia facile prendere confidenza con le mosse di ogni personaggio; dall’altro il sistema di controllo e di combattimento (che ricorda vagamente quello di Dead or Alive) è poco preciso ed alcune volte la possibilità di fare combo (più combinazioni di colpi consecutivi) sfuma ed anzi, si viene anche presi in contropiede anche in modo spiacevole. Ne deriva una scarsa varietà di colpi (e non tutti sono spettacolari).
Il lato positivo però c’è: gli autori hanno pensato bene di far sviluppare quattro tipi di peculiarità (da suddividersi in attivi e passivi ed a loro volta divisi in tre gradi di potenza) psioniche che servono a caratterizzare ed a dare un’anima propria, seppur minima, a Girl Fight.
Ci sono, dunque, le abilità Psiphon, oppure quelle Illusion (permettono di recuperare salute o di demolire le difese degli avversari); Attack (se si scelgono queste si può attaccare con più efficacia e o si può sferrare un pugno sismico dalle conseguenze devastanti); Xform (per trasformare il corpo del proprio combattente temporaneamente in acciaio e ridurre i danni nemici o renderlo simile ad una torcia infuocata per fare ancor più male anche se quest’ultima farà perdere un po’ di energia della barra vitale per ogni secondo di attività). Queste, lo ricordiamo, si attivano con i grilletti del joypad e diventano disponibili durante i round grazie all’energia raccolta nella barra sotto quella della vitalità che viene alimentata dalle combo e dagli attacchi andati a buon fine.
Come ormai la stragrande maggioranza dei picchiaduro moderni, è possibile anche guadagnare e spendere i crediti acquisiti durante ogni combattimento. E’ possibile acquistare i vari livelli delle diverse abilità che abbiamo elencato ma si possono anche comprare le biografie degli otto personaggi. Ogni biografia è composta da 8 livelli dal costo crescente, si va dal rapporto della polizia alle note biografiche a tutta una serie di dossier segreti.
Si possono anche acquistare i costumi alternativi (non esultate troppo: sono solo tre per personaggio e molto simili a quelli di default) nonché alcuni artworks.
La modalità Storia è la modalità Arcade. Da cosa ci accorgiamo che sia quella della Storia? Semplice: alcune frasi di presentazione dettate dalla voce fuoricampo ed alcuni filmati (sempre i soliti) di intermezzo tra un match e l’altro ci fanno entrare nel “vivo” di quello che dovrebbe essere sostanzialmente uno dei punti forti di questo picchiaduro. In realtà, serve sostanzialmente a sbloccare i personaggi: si partirà con una sola combattente e si dovrà finire la trafila di incontri (7+ quello col boss che è Chrome) per sbloccare le altre.
C’è la Modalità Versus che dà la possibilità di incontri online, o sfidare i propri amici in locale. Nonché la Modalità Online per match classificati. Troppo poco.

GRAFICA SUFFICIENTE, SONORO ANONIMO, TUTTO SENZ’ANIMA

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Belle senz’anima? Non proprio. Girl Fight dal punto di vista tecnico si presenta come un prodotto sostanzialmente pulito ma senza estri e con tanti piccoli difetti che sommati l’un l’altro fanno decadere il prodotto.
La grafica non è male. Si presenta pulita e con diversi spunti interessanti come gli effetti “alla Matrix” che tradiscono la presenza della Realtà Virtuale o alcune animazioni delle protagoniste (e non stiamo parlando delle tette ballonzonanti). Il design delle combattenti è discreto ma forse si sarebbe potuto osare di più. Carine, nulla più ed anche inespressive ed incapaci di trasmettere emozioni, senza quel quid che le rende icone del mondo videoludico e senza quel carisma che serve per diventare memorabili.
Le arene sono disegnate bene ed hanno diverse ambientazioni, purtroppo però, siamo di fronte ad un numero veramente limitato di location per cui, saremo sempre catapultati sulle stesse scene (otto, ovviamente). Oggettivamente poco espressive, ben lontane dai corrispettivi femminili di Dead or Alive, Tekken, o ancora Soul Calibur o Street Fighter o Mortal Kombat. Scordatevi tutti i titoli di cui vi abbiamo parlato: qui si tratta di Girl Fight. Alcuni difetti riscontrati sono quelli di compenetrazione dei poligoni (nelle poche scene di intermezzo, gli stessi costumi si infilano nelle carni delle combattenti).
Il sonoro è composto da alcuni brani che difficilmente ricorderemo: musica elettronica ma anche qui senza estri. Anche loro piuttosto anonimi. L’azione di gioco è accompagnata anche da alcuni effetti sonori (le urla delle protagoniste, i colpi scambiati) e dal commento fuori campo che scandisce le azioni salienti apprezzando i vari colpi o combo che si alternano nell’arena.

COMMENTO FINALE

Cosa aggiungere a Girl Fight? Pur avendo alcuni spunti tutto sommato interessanti non riesce a prendere. Picchiaduro all’antica potremmo definirlo che tenta di fare breccia presentando un roster tutto femminile. Tuttavia ci sentiamo di dire che, perdonateci se siamo così diretti, non bastano le tette in bell’evidenza e le cosce scoperte o abilmente ammantate da veli, collant o tatuaggi per fare un picchiaduro al femminile un bel gioco.
Si è tentato di recuperare con le storie dei personaggi (tutte da sbloccare come abbiamo visto acquistando nello store interno i vari segmenti) ma il tutto non regge. Sufficiente a livello tecnico, sebbene ci sia qualche errore, il gioco non presenta passaggi memorabili. La difficoltà (a livello normale) è pure piuttosto esigua. Ci sono idee interessanti come quelle dei colpi speciali dati dalle quattro tecniche psioniche che danno un pizzico di brio in più anche perché queste tecniche si possono potenziare aquistando gli “aggiornamenti” nello store intenro. Tuttavia, dopo aver sbloccato le combattenti e giocato qualche partita con gli amici il tutto si spegne. Speriamo in qualche dlc con alcune aggiunte perché il numero di personaggi è esiguo così come il numero di arene e modalità. Una storia più articolata avrebbe giovato senza dubbio.
Titolo anonimo, non brutto ma deludente sotto diversi punti di vista e consigliato solo a chi non può fare a meno dei picchiaduro ad incontri.

PREGI: Un picchiaduro semplice, adatto ai neofiti. Un po’ all’antica con i personaggi e contenuti da sbloccare combattendo. Interessanti gli attacchi speciali.

DIFFETTI: Sistema di comandi imprecisi. Anonimo tecnicamente. Pochi contenuti. Anonime le protagoniste. Poche modalità extra. Corto.

VOTO: 5,5/10 (guarda la nostra pagina sui Criteri di Valutazione)

 


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