La terzultima tappa del Giro d’Italia 2014 consiste nella prova a cronometro sicuramente più impegnativa di questa 97^ edizione della corsa rosa. Come da tradizione, dunque, i corridori partiranno in ordine inverso rispetto alla loro posizione in classifica generale. I 157 uomini rimasti dovranno affrontare un tracciato di 26,850 km in costante ascesa da Bassano a Crespano del Grappa, dove Gran Premio della Montagna di prima categoria e traguardo coincidono. Le pendenze massime sfioreranno il 14%, mentre gli ultimi 3 km presentano una pendenza media del 10%. Tanta attesa, quindi, per questa cronoscalata, che metterà a nudo gli stati di forma dei big. Una piccola parentesi, infine, va dedicata al fantastico pubblico che ha popolato le strade del Giro quest’oggi in un paesaggio a dir poco mozzafiato.
Come ogni prova contro il tempo in salita, molte sono le sorprese e altrettante le delusioni: in primo luogo va segnalata l’ennesima prova negativa da parte dell’australiano Cadel Evans, che proprio non riesce a tenere il passo dei migliori, accusando un ritardo di 4’26″ dalla maglia rosa e classificandosi fuori dalla top 10; altra prova non eccelsa è quella di Ryder Hesjedal, anch’egli fuori dalle prime 10 posizioni e a quasi 6 minuti da Quintana; buoni, invece, i tempi di Tim Wellens (+4’00″) e Dario Cataldo (+4’10″), rispettivamente nono e decimo; tra gli uomini di classifica, senza infamia e senza lode le prestazioni di Majka settimo (+3’28″) e, dal quinto al terzo posto, Pozzovivo (+2’24″), Rolland (+1’57″) e Rigoberto Uran (+1’26″).
Meritano una nota a parte i due giovani classe 1990 che stanno facendo il bello e il cattivo tempo in questo Giro d’Italia. Il primo è il sardo Fabio Aru, 24 anni a luglio e definito “spettacolaru” da uno striscione di alcuni tifosi, che strappa il secondo miglior tempo (+17″) di giornata, portandosi a soli 41 secondi dalla seconda posizione in classifica occupata da Rigoberto Uran e scippando, invece, la terza a Pierre Rolland. Il secondo è Nairo Quintana, 24 anni compiuti a gennaio e detentore della maglia rosa dalla tappa infernale dello Stelvio, che si impone anche oggi con il tempo di 1h05’37″ e transita al traguardo con un’espressione sul viso che non tradisce alcuna emozione o fatica: è proprio questo, infatti, il trademark del colombiano, che ha affrontato ogni istante di questo Giro d’Italia con estrema calma e sicurezza nei propri mezzi, anche quando sembrava trovarsi in difficoltà o quando, proprio oggi, si è fermato per cambiare casco e bicicletta.
L’ultima occasione per strappare la corona al re sudamericano è, dunque, la tappa dello Zoncolan, ma a questo punto è difficile immaginare che il talento della Movistar patirà un ritardo superiore ai 3 minuti rispetto a Rigoberto Uran sulla montagna friulana, ma l’imprevedibilità di questo sport regalerà senz’altro emozioni fino all’ultimo km. Nel dubbio, noi tifiamo per il nostro piccolo grande campione Fabio Aru, che, a partire dal Giro d’Italia 2015, con la sua grinta potrà sicuramente insidiare i big già affermati per la maglia rosa.