Giro d’Italia 2012: Hesjedal, da “Is He Rider?” a “Easy Ryder”

Creato il 28 maggio 2012 da Fumagale @ciclo_news

Il Giro d’Italia 2012 è andato in archivio lasciandomi in bocca un sapore piuttosto strano; sono anche io, come voi, uno che attende undici mesi l’anno il ritorno della “Festa di Maggio”, ma ho la sensazione che questa 95esima edizione della Corsa Rosa sia stata un po’ come il Capodanno di quando eravamo ragazzini: lo sogni per mesi, immaginando un party scatenato durante il quale ti divertirai come un pazzo, e alla fine – invece – ti ritrovi a reggere la testa del tuo migliore amico che sta vomitando in bagno.

Onore ad Easy-Ryder Hesjedal (Garmin-Barracuda), primo vincitore canadese del Giro d’Italia: è stato l’unico a non farsi ipnotizzare – e narcotizzare – dal ritornello “oggi devono attaccare i big”, rilanciato anche da noi – che ci abbiamo creduto per davvero! – quanto puntualmente smentito da ogni tappa, e gli è bastato resistere al ritorno di Joaquim Rodriguez (Katusha) – uno che doveva venire al Giro a caccia di tappe e invece rischia, a momenti, di tornare in Spagna con una maglia rosa, dopo aver focalizzato la preparazione sulle Classiche delle Ardenne (che ha corso da protagonista) – per vincere.

Sarà per via dell’età, o di un talento cui manca sempre qualcosa per permetterci di dire che è completo, ma – rispettivamente – Ivan Basso e Michele Scarponi ci hanno deluso. Damiano Cunego è “NP”, ma del resto non è partito da Herning per vincere, mentre possiamo consolarci con i “one hit wonder” Ferrari e Guardini (per gli sprint), Adriano Malori (un giorno in maglia rosa) e Matteo Rabottini (maglia azzurra, protagonista dell’azione più entusiasmante di queste tre settimane coronata con il trionfo a Pian dei Resinelli).

A tutti quelli che si chiedevano, dopo aver visto Hesjedal vestire la rosa a Rocca di Cambio, chi fosse questo canadese, ironizzando sul suo nome (is he Ryder?, ossia: è un ciclista? e di che tipo?), Milano ha dato la risposta meno prevista e più spiazzante: yes! Vincere dopo 3.500km di corsa non è mai facile; ma con una concorrenza così bloccata dietro tatticismi – alla luce dei risultati – davvero poco comprensibili, è stato Easy-Ryder Hesjedal.


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