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Giro D’Italia 2013, la neve spazza via la 19^Tappa

Creato il 24 maggio 2013 da Postscriptum
 

Giro 19^Tappa 1
Certo non si può pretendere che non arrivi il brutto tempo o che faccia sempre caldo durante il Giro, anche perché poi ai ciclisti temperature alte danno pure problemi nella corsa; ma le tempeste di neve, il ghiaccio e il freddo, che accompagnano il Gruppo da parecchio hanno stavolta fatto annullare la 19^Tappa, da Ponte di Legno(Brescia) a Val Martello(Bolzano) di 160km, tra l’altro già modificata rispetto all’originale percorso. Tutto questo succede nel giorno dell’allontanamento per doping di Danilo Di Luca, che ha per l’ennesima volta tradito tutti gli appassionati.
In origine la 19^Tappa prevedeva un percorso molto duro sulle Dolomiti, sempre da Ponte di Legno a Val Martello di 139km con Passo Gavia(1^ Categoria) a quota 2618m, quindi Passo Stelvio(1^ Categoria) a quota 2758, Cima Coppi, ovvero la salita più alta del Giro e quindi arrivo appunto a Val Martello(1^ Categoria). Ma la neve di questo periodo, col maltempo che non smette di perversare, aveva già impedito di arrivare su Gavia e Stelvio e la Direzione della Corsa guidata da Mauro Vegni aveva introdotto Passo del Tonale(2^ Categoria) a quota 1882m e Passo Castrin(1^ Categoria) a quota 1698m, per poi concludere come previsto, ma le condizioni del tempo, vista una tempesta di neve su praticamente gran parte del Nord Italia compreso il Trentino rendeva impossibile il transito su ogni tratto del percorso. Già alla partenza, a quota 1200m, il clima era invernale e la neve veniva giù, e la Direzione del Giro e quella della Corsa hanno giustamente cancellato la tappa. Peccato per il pubblico, sempre più numeroso in questo Giro, sia sulle strade che a casa, ma la decisione è giusta. E si spera che si possa tornare a ammirare la Maglia Rosa Vincenzo Nibali e tutti gli altri atleti in corsa nella 20^Tappa di sabato, anche questa modificata. In origine la Tappa era di 203km con Passo Costalunga(2^ Categoria), Passo San Pellegrino(2^ Categoria), Passo Giau(1^ Categoria), e quindi Passo Tre Croci(2^ Categoria) dopo 189km e finale sulle Tre Cime di Lavaredo(1^ Categoria) ad Auronzo di Cadore(Belluno). Il classico spettacolo sulle Dolomiti ma la neve ha cancellato le prime tre salite e l’organizzazione ha adesso disegnato un percorso di 210km da Silandro(Bolzano), come previsto, ma poi una tappa molto varia che porta fino alle Tre Croci e alle Tre Cime. Sperando che si possa disputare la gara, vedremo comunque un grande spettacolo.

Ma purtroppo la notizia della sospensione e immediato licenziamento da parte della Vini Fantini di Danilo Di Luca, trovato positivo all’Epo in un controllo di fine aprile, ci rattrista tutti. Chi vi scrive sa cosa sia di bello il ciclismo e sa degli sforzi che il movimento ha fatto negli ultimi anni per uscire dalla minaccia del doping, che ha rovinato per anni questo sport. State certi che i giovani, le nuove squadre, i nuovi sponsor stanno prendendo le misure necessarie per rendere il ciclismo pulito e uno sport cristallino e appassionante. Di Luca, già squalificato la prima volta per positività al Cera, e già in passato coinvolto in inchieste per rapporti poco puliti con medici sportivi corrotti, è figlio di una mentalità folle che ha rischiato di distruggere il ciclismo.

Danilo Di Luca

Danilo Di Luca

“Di Luca è un cretino. Non l’avevo mai voluto. Deve farsi curare. E’ il gesto di un pazzo perché mette a rischio il lavoro di una quarantina di persone, quelle che lavorano per la squadra” dice il direttore sportivo della Vini Fantini, Luca Scinto, che aveva dovuto mettere in squadra Di Luca dopo che il corridore aveva raggiunto un accordo con lo sponsor della squadra, Valentino Sciotti, che subito ha fatto le sue scuse a tutti. Ma Sciotti, come Scinto e tutti i compagni di squadra, sono stati danneggiati da Di Luca. E un Giro D’Italia bello e difficile come quello attuale merita solo applausi e passione. “Danilo ha tradito ancora una volta il ciclismo – dice il Direttore di Corsa Vegni – ma sono contento che non sia un giovane. Danilo ha costruito la sua fine e appartiene a una generazione che ha navigato nel sistema doping”. Dello stesso avviso il Direttore del Giro Michele Acquarone: “Mi ha mandato un messaggio scrivendo ‘non so cosa dire, mi dispiace’. Io credo che se una persona ti chiede fiducia e ti guarda negli occhi e poi ti tradisce, allora vuol dire che ha un problema serio, in questo caso al limite della dipendenza”. Ma adesso il ciclismo è più forte di qualche anno fa e pure questa volta si riparte per dare credito a uno sport e dimostrare ai tifosi che il vento è cambiato.

Il Direttore di Corsa Mauro Vegni(a sinistra) e il Direttore del Giro Michele Acquarone(a destra)

Il Direttore di Corsa Mauro Vegni(a sinistra) e il Direttore del Giro Michele Acquarone(a destra)

Fonte Gazzetta.it

Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla

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