di Ferdinando Cocciolo
Parte dall’Irlanda il Giro d’Italia n.97. Sarà il Giro 2014 del favorito Nairo Quintana, di Rodriguez, oppure del “cagnaccio” Cadel Evans? L’incognita Ivan Basso, la sorpresa Fabio Aru
Ci siamo, l’attesa è finita. Parte, con una cronosquadre a Belfast, il 97esimo Giro d’Italia, quello, tanto per intenderci, che potrebbe anche rappresentare la “grande rivincita” del ciclismo italiano, al cospetto tuttavia dei grandi favoriti stranieri e alla luce dei deludenti (per non dire fallimentari) risultati ottenuti nelle grandi classiche di primavera.
Un Giro d’Italia 2014 “per tutti i gusti”, dalle grandi salite alle tappe adatte ai passisti e agli attaccanti di giornata, passando per i velocisti. Come detto, la cronometro inaugurale in terra d’Irlanda (lunga 21, 7 km) che anticiperà le altre due tappe “irlandesi” adatte ai velocisti. Dopo il giorno di riposo, martedì prossimo, il Giro ripartirà da Giovinazzo, in terra pugliese, per una breve tappa pianeggiante che arriverà a Bari, dove i corridori affronteranno un circuito da ripetere otto volte.
Quindi, la fase iniziale del Giro D’Italia, salvo colpi di scena e imprevisti, è interamente dedicata ai velocisti, con un parterre di livello mondiale. Proprio dagli uomini veloci, vogliamo iniziare il nostro “viaggio”negli uomini più in vista di un’edizione che sicuramente sarà ricordata dagli appassionati. Indubbiamente, il numero uno dei velocisti è Marcel Kittel, tedesco di 25 anni. Ha vinto 4 tappe al Tour de France 2013, battendo Cavendish e trionfando nell’ultima tappa “classica”, quella che arriva ai Campi Elisi a Parigi. La nostra grande speranza è costituita da Elia Viviani, il velocista della Cannondale capace di andare molto forte anche in pista e reduce da due belle vittorie nel Giro di Turchia. Viviani è certamente inserito in una squadra che punterà quasi tutto sulla classifica e Ivan Basso, ma avrà diverse occasioni per consolidare la sua immagine di corridore vincente anche nelle grandi gare a tappe. Poi c’è il francese Nacer Bouhanni, un po’ sottovalutato, che tuttavia ha dimostrato con i fatti di essere un “fior di velocista”. E che dire “dell’ eterno” Alessandro Petacchi, 40 anni, alla ricerca di record, considerato che, con una tappa e la maglia rosa, potrebbe diventare il più vecchio di sempre.
Ma non è solo il Giro degli uomini di classifica (ci arriveremo) e delle ruote veloci. Diversi corridori, italiani e stranieri, proveranno ad attaccare e mettersi in mostra, nelle tappe vallonate e di media montagna. E chissà, se qualcuno di loro non riuscirà anche ad inserirsi nelle posizioni importanti della classifica. Vi saranno insidie ovunque, lo stress sarà “compagno di viaggio” di tutti i corridori, protagonisti di uno degli eventi sportivi mondiali più attesi nel 2014. Anche se le difficoltà maggiori del Giro d’Italia saranno concentrate maggiormente negli ultimi 10 giorni. Enrico Gasparotto dell’Astana, Diego Ulissi della Lampre Merida, Belletti dell’Androni Venezuela, Daniel Oss della BMC, il gruppo Bardiani con tre attaccanti e combattenti come Enrico Battaglin, Sonny Colbrelli e Stefano Pirazzi, Daniel Martin della Garmin, Adriano Malori della Movistar, Ivan Santaromita nell’Orica GreenEdge, Luca Paolini e Giampaolo Caruso della Katusha, Moreno Moser (al debutto, 30 anni dopo il trionfo del mitico zio Francesco) e Davide Villella nella Cannondale): questi gli uomini da tener d’occhio.
Ma il vero spettacolo, tanto atteso, che metterà a dura prova i favoriti e non solo, è quello delle grandi salite, che hanno fatto e faranno storia e terranno anche “incollati” davanti alla televisione milioni di tifosi ed appassionati. 38mila metri di dislivello, Oropa, Plan di Montecampione, Gavia-Stelvio, Cima Grappa. Ma, indubbiamente, l’appuntamento più atteso è sul “Mostro”, lo Zoncolan, al penultimo giorno. La salita più dura, 14,9% di pendenza media, per non parlare delle pendenze più alte che arrivano sino al 20%. E qui, si presume possa decidersi il Giro, se qualcuno non avrà in precedenza affossato le speranze dei concorrenti.
Nairo Quintana – plazadeportiva.com
Ma chi lo vincerà questo Giro? Certamente, conterà parecchio l’abilità tattica delle squadre dei big, ma, a differenza delle ultime edizioni (dove c’erano Nibali, Contador e Wiggins), non sembra esserci una “squadra faro”, capace di controllare la corsa sin dall’inizio. Ad esempio, la stessa Movistar di Quintana, probabilmente, riterrà conveniente che qualche altra squadra prenda la maglia rosa ed insista nel conservarla. Anche i bookmaker non hanno dubbi, è lui, Nairo Quintana, colombiano di 24 anni, il grande favorito, il più forte in salita. “Numeri da grandi giri”: secondo al Tour de France 2013, vincitore del Gp. Montagna sulle strade francesi, mettendo alle corde anche Chris Froome. C’è chi lo paragona, come pedalata e stile, al grande e indimenticabile Marco Pantani, che “rivivrà” sulle strade della corsa Rosa (basti pensare ad Oropa), a 10 anni dalla scomparsa.
I rivali? Indubbiamente, lo spagnolo Joaquin Rodriguez, che perse praticamente per un soffio il Giro 2012, dove vinse Hesjedal, che è presente in questa edizione senza grandi ambizioni di classifica. Ma il vincitore dell’ ultimo Giro di Lombardia è un’incognita alla luce dei vari problemi fisici che lo hanno contraddistinto. E poi l’indomito Cadel Evans, vincitore del Giro del Trentino, che a 37 anni coltiva il sogno rosa, dopo il quinto posto del Giro 2010 targato Ivan Basso e il terzo del 2013.
E gli italiani? Se dobbiamo tener conto degli ultimi risultati e di quelli nelle grandi classiche, non abbiamo speranze… Ma abbiamo in gara il vincitore delle edizioni 2006 e 2010 Ivan Basso e quello (a tavolino) del 2011 Michele Scarponi. Il primo ha profondamente deluso sia al Trentino che al Romandia, e ne è ben consapevole. Ma qualcuno è convinto che Ivan stia “giocando a nascondino”, come del resto già accaduto quattro anni fa, quando Ivan era irriconoscibile al Romandia e poi trionfò sullo Zoncolan e al Giro. Staremo a vedere, sicuramente, al di là delle ultime sconfitte, stiamo parlando del nostro più forte rappresentante nelle grandi gare a tappe, insieme all’assente Vincenzo Nibali. Il secondo è uno che non molla mai e può inventarsi qualcosa, per contrastare soprattutto Rodriguez e Quintana. Gli altri? Uran, Pozzovivo (reduce da una grandissima Liegi), Nicolas Roche, il francese Rolland, Franco Pellizzotti, il colombiano Arredondo, un Damiano Cunego che sembra aver ritrovato lo spunto dei tempi in cui ambiva con una certa convinzione alla classifica del Giro. Ma la vera sorpresa può essere lui, il giovanissimo dell’ Astana (compagno di Scarponi) Fabio Aru, classe 1990, che è stato fondamentale per il trionfo di Vincenzo Nibali nel 2013.
Queste le previsioni di PostPopuli ma, come sempre, sarà la strada ad essere “giudice supremo”, in un Giro che riempirà le nostre giornate.
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