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Giro d'Italia, le pagelle della 20esima tappa: immenso De Gendt sullo Stelvio
Creato il 26 maggio 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurraPasso del Tonale, Aprica, Teglio, Mortirolo e Stelvio. Tutto in una tappa, la ventesima del Giro d’Italia 2012, giunto a 30 km dalla conclusione in piazza Duomo nella quale Olimpiazzurra sarà presente ufficialmente per cercare di ottenere in esclusiva qualche dichiarazione dai protagonisti. La classifica generale è ben delineata, ma tutt’altro che decisa. La lotta per la Maglia Rosa è ormai ridotta a Joaquim Rodriguez e Ryder Hesjedal, con il canadese leggermente favorito nonostante un distacco di 31’’ in virtù della miglior gamba a cronometro. Per il terzo gradino del podio, invece, il belga Thomas De Gendt ha spiazzato tutti oggi, scattando sul Mortirolo e vincendo con una fuga d’altri tempi. Adesso l’alfiere della Vacansoleil, bravissimo nelle sfide contro il tempo, è lontano 27’’ da un generosissimo Michele Scarponi, destinato sulla carta a cedere la terza piazza al rivale. Ecco le pagelle del tappone alpino:
Thomas DE GENDT, 10 e lode: immenso. Non servono altre parole per descrivere l’azione del belga, distante questa mattina 5’40’’ dalla Maglia Rosa, che scatta sul Mortirolo, saluta il gruppo dei migliori e attacca lo Stelvio in solitaria con la grinta di uno che vede l’impresa lì, in un certo punto addirittura “lontana” soli 6’’, prima del risveglio dei big. Il primo posto in classifica non è arrivato e non arriverà, così come il secondo, ma il podio è un obiettivo più che realistico e De Gendt, atleta dal cuore stratosferico e dal coraggio fuori dalla norma, non se lo lascerà di certo scappare.
Damiano CUNEGO, 9: in una giornata in cui si parla più della classifica generale che della tappa, non va trascurato l’attacco grandioso del veronese, che parte in discesa come a Pian dei Resinelli e taglia il traguardo con oltre 2’ di vantaggio sui migliori. Nel finale avrebbe potuto aiutare il capitano Scarponi, ma per onorare la corsa Beppe Saronni decide di non fermare il 32enne lanciato verso un secondo posto importantissimo e meritatissimo.
Mikel NIEVE, 8.5: discorso simile anche per il basco, che non essendo più pericoloso per la classifica viene lasciato andare e sale al suo passo, terminando la frazione in terza posizione appena prima di Rodriguez e compagni. Dopo il successo dell’anno scorso sul Gardeccia, un altro risultato prestigioso per lo spagnolo.
Joaquim RODRIGUEZ, 8.5: corre con grande intelligenza, mantiene la vetta della graduatoria e si porta ad una sola cronometro di distanza dal successo più importante della propria vita. Gestisce bene sul Mortirolo (nel quale comunque erano limitati gli attacchi a causa della carreggiata molto stretta) e sullo Stelvio, non si preoccupa più di tanto di De Gendt, rimane alla ruota di un instancabile Hesjedal e guadagna 14 fondamentali secondi nell’ultimo km, quando la salita diventa adatta alle sue caratteristiche. Menzione speciale per una dichiarazione sul traguardo: ad una domanda riguardante la speranza di poter vincere il Giro nonostante un Hesjedal migliore a cronometro, Purito ha saggiamente risposto: “È come nella vita, se non ci credessi non correrei neppure”. Grande campione e grande uomo.
Michele SCARPONI, 7.5: generosissimo, non ha le forze per staccare i rivali e quando ci prova, negli ultimi 2 km, lo fa invano. L’attacco di De Gendt danneggia soprattutto lui, perché adesso il terzo posto è a forte rischio. Di sicuro, però, non si può dire che non ci abbia provato, come anche ieri a Pampeago, ma forse pecca un po’ dell’esplosività necessaria per fare il vuoto nel momento dello scatto.
Ryder HESJEDAL, 7: limita come può i danni, dovendo essere costretto a tirare il gruppo dei migliori praticamente per tutti e 20 i kilometri dell’ascesa sullo Stelvio. Era previsto un crollo, che non è arrivato. Semplicemente ha perso i 14’’ guadagnati ieri, ma se imposta la crono a mille fin da subito senza fare troppi calcoli può veramente mettere in dubbio la leadership di Rodriguez, festeggiando un successo insperato, ma ampiamente meritato per quanto dimostrato nelle tre settimane.
John GADRET, 6.5: il francese amante del Giro d’Italia per una volta completa la salita con i migliori, provando a fare il vuoto senza però ottenere l’effetto sperato. Il terzo posto del 2011 è utopia, ma la prestazione totale del corridore dell’Ag2r La Mondiale, anche grazie ad oggi, è sufficiente.
Rigoberto URAN – Sergio HENAO, 7: i due colombiani non scattano mai, ma rimangono costantemente nelle posizioni di testa. Il primo, poi, si porta a casa la Maglia Bianca e, a soli 25 anni, lascia ben sperare in vista del futuro.
Ivan BASSO, 4.5: è il grande sconfitto di questo Giro, beffato anche dal fatto di avere avuto la squadra migliore, sempre in testa a tirare, e di tornare a casa con un amarissimo quinto posto. Il 36enne, all’ultima grande occasione per conquistare un grande Giro, fallisce clamorosamente anche nella tappa odierna, non attaccando sul Mortirolo (e allora perché c’era Caruso in fuga?) e neppure sullo Stelvio, sul quale addirittura si stacca pagando un ulteriore minuto e mezzo da Rodriguez.
Domenico POZZOVIVO, 5: il piccolo scalatore lucano, chiamato ad essere l’outsider della Corsa Rosa, non completa un’opera da applausi staccandosi sugli ultimi 3 km dello Stelvio. Il trionfo a Lago Laceno, un ottimo ottavo posto in classifica e un lavoro straordinario contro avversari di calibro maggiore, comunque, non vanno dimenticati e il crollo odierno, visti i ritmi eccessivi, è tutto sommato giustificabile.
Matteo RABOTTINI, 8: ci ha emozionato a Pian dei Resinelli e ci prova anche oggi, con un attacco dopo 22 km dalla partenza. Non arriva fino in fondo, ma conquista i punti necessari ad indossare domani sul palco finale la maglia blu, simbolo del miglior scalatore. Una soddisfazione non da poco…
Francesco Caligaris
Twitter: @FCaligaris Email: [email protected]
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