di Ferdinando Cocciolo
Giro della Polonia 2013 dominato dalle «seconde linee»: trionfo di Peter Weening nella classifica finale e «lampo» di Bradley Wiggins nella cronometro. Molto bene gli italiani Diego Ulissi (vincitore di una tappa in salita) ed un Ivan Basso (ottavo in graduatoria) in netta crescita.
Ulissi trionfa nella tappa a Madonna di Campiglio – outdoorblog.it
Doveva essere un Giro della Polonia difficile, spettacolare, che doveva anche fornire importanti risposte sul rendimento dei big, e così è stato. Sette tappe, mai banali, due dedicate ai velocisti- passisti (ed infatti qui ha vinto l’ex campione del mondo Thor Hushovd) e l’ impegnativa cronometro conclusiva, che ha praticamente deciso la corsa.
Il vincitore di una delle più importanti gare a tappe del panorama internazionale è stato Peter Weening, autore di un’eccezionale cronometro, conclusa al sesto posto e dominata da un ritrovato e tanto atteso Bradley Wiggins. Bradley, dopo essersi praticamente staccato in tutte le tappe in salita (ad iniziare da quella con arrivo in Trentino, a Madonna di Campiglio), ha stravinto, con 56 secondi di vantaggio su Fabian Cancellara, un minuto e 14 su Taylor Phinney (uno dei maggiori protagonisti e vincitore per distacco di una tappa), al quarto posto il nostro Marco Pinotti. Una sorta di rivincita per il campione britannico, reduce da una stagione sfortunata che ha visto il ritiro dal Giro d’Italia e la rinuncia al Tour de France dominato dal compagno SKY Froome. Un buon viatico per il finale di stagione, che lo vedrà sicuramente impegnato nel campionato mondiale a cronometro in Toscana e probabilmente anche in quello su strada.
I protagonisti più attesi, sulla carta i favoriti del Polonia, erano proprio loro,Vincenzo Nibali e Bradley Wiggins ma, per una serie di diversi motivi, hanno lasciato spazio agli altri per la vittoria finale. La classifica finale vede sul podio più alto Weening, seguito dallo spagnolo Insausti a 13 secondi, il francese Riblon (vincitore nella seconda tappa sul Pordoi ed uno dei più forti in salita) a 32 secondi, Rafal Majka a 26 secondi. Bene i nostri, Eros Capecchi della Movistar al sesto posto, Domenico Pozzovivo (sempre combattivo) settimo, e l’attesissimo Ivan Basso all’ottavo posto.
Dicevamo di importanti indicazioni che dovevano uscire da una corsa a tappe che per qualcuno ha rappresentato l’ideale preparazione per la Vuelta di Spagna. Sicuramente, indicazioni importanti ed incoraggianti le ha date Ivan Basso, che si attendeva risposte sulle annunciate ambizioni da podio per la Vuelta. L’ottavo posto nella graduatoria finale è considerato dal leader della Cannondale alla stregua di un successo, considerando il recente rientro alle competizioni dopo il doloroso ed improvviso forfait al Giro d’ Italia. Ivan si è classificato al quinto posto nella durissima tappa inaugurale di Madonna di Campiglio ed è sempre stato con i primi, anche nelle tappe dedicate ai velocisti dove ha lavorato per il compagno di squadra Ratto. La condizione, inevitabilmente, non è ancora quella dei giorni migliori, ma Basso ha dimostrato, in salita, di non subire più di tanto i cambi di ritmo imposti ad esempio da corridori come Insausti e Majka, e di avere una pedalata agile e sicura. Anche il ventiduesimo posto nella cronometro, a tre minuti da Wiggins, con un distacco abbastanza contenuto, è un buon segnale, che potrà solo essere migliorato.
E Vincenzo Nibali? Il leader dell’Astana (rientrato alle corse dopo dopo un periodo di stop e le feste post Giro) si è classificato al 25esimo posto nella cronometro e al 53esimo (a un’ ora da Bradley Wiggins) nella classifica generale. Vedere Vincenzo subire pesanti distacchi nel terreno da lui preferito (in salita) fa un certo effetto, ma bisogna cercare di analizzare «l’evento» nel complesso, considerando che si parla, appunto, del miglior corridore italiano e miglior nostro rappresentante nelle grandi gare a tappe. Qualcuno ha dichiarato di aver visto Vincenzo in sovrappeso, ma non ci risulta e comunque non sarebbe questo il problema.
Nel ciclismo odierno (in cui ci si affida alla specializzazione ma si va anche a tutta) è difficile vincere ed essere protagonisti in tutte le fasi della stagione (uno come Francesco Moser ne era capace) anche se proprio Nibali ha dimostrato, nelle ultime tre stagioni, di poter rappresentare l’eccezione, il ciclismo che piace di più alla gente. Vincenzo, evidentemente, è rimasto «stordito» da un successo emozionante, ed ora ha bisogno, anche se in tempi abbastanza stretti, di «carburare», ritrovare forma e grandi motivazioni in vista di una Vuelta che lo attende tra i massimi protagonisti. Addetti ai lavori e tifosi vedono nello «squalo dello stretto» l’emblema del ciclismo «pulito», dell’agonismo di qualità in linea con lo spettacolo. Ecco perché si ha fiducia in Vincenzo e in una sua possibile vittoria alla Vuelta e staremo a vedere, nei prossimi giorni, se la debacle nel Polonia rappresenta davvero un campanello d’allarme.
E a proposito di corridori italiani, come non sottolineare la grande vittoria di Diego Ulissi a Madonna di Campiglio. Ulissi, a nostro avviso, è uno dei corridori più completi (capaci di andar forte sia nelle classiche di un giorno che nelle gare a tappe), ma dal potenziale ancora non espresso completamente. Il corridore della Lampre ha deluso parecchio nelle grandi classiche ed aveva bisogno di un successo significativo che lo potesse rilanciare in vista del finale di stagione. Un’ottima notizia per il ct. della nazionale italiana Paolo Bettini che conta molto su di lui, tra le seconde punte che dovranno affiancare Vincenzo Nibali nell’appuntamento iridato di Firenze.
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