Magazine Ciclismo
Analfabetismi galoppanti attaccati ad un microfono, ma vi è anche il ‘risorgere’ di nomi nostri che avevamo dimenticato. L’Italia rivince una tappa, la classifica è ancora stabile, con la Abbott che adesso dovrebbe entrare in gioco. Cominciamo con; “Uniti Stati America” e allora ti domandi come sia possibile dare un microfono RAI a un tizio mezzo analfabeta (serve fare nomi?), mentre in giro c’è gente che probabilmente ha buttato nel cesso anni di studio, perché tanto cosa te ne fai della competenza se c’è gente che non sa manco leggere dieci parole filate senza annodarsi la lingua, ma un contratto continua a trovarlo? Giornate calde nella 3^ e 4^ frazione. A causa delle cadute nella seconda frazione, la Wiggle Honda perde due atlete cadute in discesa nello stesso momento a cinque metri di distanza l’una dall’altra. e così lo squadrone della Abbott, della Longo Borghini e della Bronzini deve fare di necessità virtù. La classifica generale verrà prima e per le volate la Bronzini dovrà arrangiarsi. Di fatto, la due volte iridata non potrà giocarsi nessuna carta nei due giorni successivi. Nella terza frazione (Curtatone-Mantova di 135 km.) la Brandt regola la Scandolara e la sempre ottima Campionessa d’Italia Cecchini. Ma la giornata da vacche grasse per noi è la rovente Pioltello-Pozzo d’Adda di 113 km. dove Annalisa Cucinotta vince davanti a Marta Bastianelli e alla tricolore Elena Cecchini che fin’ora è la migliore delle nostre per presenza agli arrivi e nei tentativi in corsa. Per la Cucinotta il pensiero principale è per la squadra; “Ci speravo, sono arrivata qua in buone condizioni e oggi la mia squadra ha lavorato tanto. Non potevo perdere, per il cuore che ci hanno messo le mie compagne di squadra. Anche io ho messo il mio, ho messo più cuore che gambe. la tappa è stata tirata e sono veramente contenta per tutte noi.” Tutta un’altra immagine quella che ci regala l’ex iridata Marta Bastianelli che ritrova una piazza d’onore che nessuno si aspettava; “Dopo la gravidanza questa è stata la mia seconda vittoria più bella. Questo piazzamento (2° posto) per me vale una vittoria, e lo dedico alla mia famiglia, a mio marito e ai miei suoceri che fanno tanti sacrifici affinché possa raggiungere grandi traguardi”. Come da pronostico, l’ascesa per il versante ‘dolce’ verso Aprica nella 5^ frazione (Trezzo sull’Adda-Aprica di 128 km.) regala tanto fumo e poco arrosto. Prima giornata dove le atlete di classifica potevano farsi avanti, nel complesso una tappa meno impegnativa di quello che poteva far sembra il nome dell’Aprica come traguardo di giornata. Tanto che negli ultimi chilometri il gruppo delle migliori è composto da 40 atlete che salgono a circa 25 all’ora nel tratto considerato il più impegnativo. Finalmente spunta la Campionessa del Mondo transalpina Ferrand Prevot, da inizio Giro sempre nascosta nella pancia del gruppo, che beffa il gruppo delle migliori e vince davanti a Megan Guarnier (maglia rosa fino a quel punto del Giro) ed alla Van Der Breggen. Una frazione numero cinque che ha nel Presidente Di Rocco l’ospite d’onore alla partenza che parla del Giro quasi a tutto tondo; “Tutte le squadre migliori vengono al Giro, e sanno che inserirsi nell’albo d’oro vuol dire raggiungere una tappa professionale molto importante. Il Giro per noi è un punto di riferimento, e lo è anche per il calendario internazionale. Dal prossimo anno ci sarà il World Tour, che darà una maggior definizione del mondo professionistico rosa. Però va detto che l’Italia conta già tante corse, da Cittiglio che rappresenta la prova più rappresentativa per organizzazione dell’evento, interesse delle squadre, valorizzazione del territorio ospitante. In questa logica quest’anno è arrivata la Strade Bianche ed il Giro dell’Emilia. L’Italia è leader in senso assoluto, speriamo di poter continuare a fare un Giro di questo livello perché gli Enti locali fanno molta fatica e Federciclo e Giuseppe Rivolta non possono continuare a farsi carico di tutto, però troveremo una sinergia a livello internazionale, per fare in modo che le gare maggiori possano supportare le corse minori perché è giusto che il ciclismo rosa si globalizzi come quello maschile.” Adesso arrivano i giorni che vanno a chiudere il Giro. Quel che perdi forse non te lo puoi riprendere e tra le risate dell’analfabeta, mai così allegro come quest’anno, pare che anche quest’anno il Giro parlerà straniero. Forse con accento d’oltreoceano.