Ieri, mentre in città si teneva la finale del campionato nazionale di football americano - quel Super Bowl che è stato organizzato spendendo 5 milioni di dollari dei contribuenti di San Francisco e che per due settimane ha rotto le palle a tutta la città, peggiorando una situazione della viabilità già normalmente catastrofica e scacciando senzatetto e venditori ambulanti da un'ampia zona del centro trasformata in un pacchianissimo e supersorvegliatissimo "villaggio del Super Bowl" per ricchi turisti - io sono tornata alla chiesa di St. John Coltrane, che oggi è minacciata da un raddoppiamento del costo dell'affitto che potrebbe cacciarla via dalla città. Se volete dare una mano, QUI c'è una petizione da firmare per chiedere che la chiesa possa rimanere dov'è, cioè nel quartiere Fillmore, un tempo noto come "la Harlem del West", prima che arrivasse la politica dell'"urban renewal" (detta anche "Negro removal") degli anni '60 e '70, che allontanò i neri dal quartiere per fare spazio alla gentrificazione (di tutto questo parlo nel mio libro). Alle fine del processo di "rinnovamento", 2500 ville vittoriane erano state abbattute, 883 negozi avevano chiuso, e circa 30.000 residenti del quartiere si erano dovuti trasferire altrove.
Lungo il marciapiede, vicino alla chiesa, sono incastonate delle mattonelle che raccontano la storia jazz di Fillmore, con i nomi dei grandi musicisti che hanno suonato qui, soprattutto nel mitico locale Bop City, che chiuse nel 1965.
La funzione è stata esaltante come l'altra volta. Ho scattato poche foto perché ero troppo impegnata a suonare il tamburello.