Giudizio universato.

Da Fishcanfly @marcodecave

Io me lo prendo eccome il diritto di giudicare. Giudice di me stesso, decreto la fattibilità e la fallibilità delle vite intorno a me. Questo è la sola unità di (s)misura capace di captare le onde elettromagnetiche che le emozioni emanano.

Ma bisogna essere sinceri. La vita non è fatta soltanto di semplici emozioni. Sarebbe meglio dire: vivere non significa emozionarsi. Emozionarsi e basta.

Perché nell’emozione, nell’emozione cruda in sé, dov’è il rischio? Il rischio: esattamente. Il rischio è lo stendardo che dovremmo spargere a terra come una spina dorsale su cui basarci. Sulla quale camminare. Il rischio di essere degli incoscienti.

Più che il coraggio, per vivere si ha bisogno dell’incoscienza. Ed è per questo che giudico. E giudico non perché mi arrovello il diritto di dire cosa è giusto o sbagliato, bensì perché di morti, intorno, ne vedo a migliaia. Eppure questi non sono morti viventi, il che sarebbe già qualcosa.

Sono morti morenti. Attendono una morte che è già arrivata. Attendono la conferma della morte.

Ci sono alcune persone totalmente inutili. Che Dio non me ne voglia, ma è ben chiaro nella mia mente che alcune persone, nella loro inutilità esistenziale, sono estremamente inutili.

Aprirei un’agenzia di anime non pie con suscritto: “accettasi uomini coraggiosi disposti a lasciare il posto agli incoscienti”.

E le persone inutili, di cui parlo sopra, non sono i sofferenti, gli ammalati, i disperati, i sognatori, ma sono tutti coloro che conducono una vita stancamente equilibrata, sobria, volta alla misericordia della quiete, che non ha mai osato diventare una persona diversa da quella che è, che cerca perdutamente quell’amore che gli cambierà le sue abitudini, quell’amore che gli permetterà di essere come gli altri, di uscire a cena con gli altri.

“Ma ogni vita è speciale, ogni vita è unica”, ribatte l’amico saggio. “No. No!” gli andrebbe risposto.

Non c’è niente di interessante nelle vite comuni. Le vite comuni sono uno spreco.

Alda Merini scriveva: “La cosa meno scandalosa della vita è lo scandalo”.

E aveva ragione. Fidatevi dei poeti. Aveva ragione.

Chiunque stia leggendo: vi voglio attivi, vi voglio vogliosi di far venire questa gran figa che è l’esistenza. Orgasmi, orgasmi veri ogni sacrosanto momento, ogni sacrosanto minuto.

Santi gli orgasmi. Santi i ditalini dell’intelletto.

Masturbatevi la coscienza e vedrete come la vostra anima assomiglierà sempre di più ad una prostituta celibe.

Poiché la vita è potente, e ancora più potente è la possibilità di viverla. Ogni attimo può essere una svolta, un cambio di rotta, una felicità mai sperata. Tutto ciò, se solo lo volessimo realmente.

Incominciamo a desiderare, da qui.



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