Roma 7 gennaio 2014
Foto di Matteo Nardone
Ho visto la figura sottile
e delicata delle mie angosce
aggirarsi di mattina vicino al letto
semplice, nostro.
L’ho vista rovistare nella solitudine
tranquilla che ci caratterizza
lanciare le cose in aria
mettersi le mani fra i capelli
non capirci più nulla.
Faceva ridere
abbiamo sorriso insieme.
da L’amico immaginario
Musica da un pianoforte, leggero il suono della pioggia. Ma fuori la notte è chiara, si distinguono le stelle che fanno sempre piacere, fuori la notte profuma di periferia e si vergogna di essere osservata dalla mia estasi. Dietro cento muri qualcuno urla il mio nome, il mio nome vuole liberarmi dall’incanto, non vuole che mi bagni i piedi nelle pozzanghere del terrazzo, che il vento ferisca il mio petto sotto la sottile corazza di cotone, che basti mordermi le unghie e fumacchiare, per essere vagamente in pace.
da Il ricamo imperfetto
Giulia Anania cantautrice e poetessa romana, ma soprattutto, oggi donna.
Donna perché le poesie estrapolate dalla raccolta Nessuno bussa le ha scritte quando aveva tra gli undici e i sedici anni, e nonostante la giovinezza della sua vita all’epoca dei versi, leggiamo in essi una maturità, una voce compiuta ed esperta.
Avere il dono dell’attitudine artistica ad una così tenera età non può passare inosservata, pertanto, le percezioni e le immagini sono forti, di una forza misurata che conosce delicatezza e sfinimento, così come, a rovescio, le inflessioni di “delirio”, di “farnetico” sono sostenute da un tono raziocinante.
Oggi viaggia in tour nazionali ed internazionali portando i suoi versi e la sua musica nel mondo.
A domani
Lié Larousse