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Giulia Calore: Figlia di un Dio Svogliato

Creato il 03 dicembre 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Giulia Calore: Figlia di un Dio Svogliato

Ho conosciuto Giulia e Sara su un treno, loro non lo sanno ma mi hanno tenuto compagnia in un viaggio attraverso mezza Italia raccontandomi le loro storie. In un libro. Giulia è reale, di cognome fa Calore, ha 23 anni e vive a Padova. Sara, invece, nasce dalla sua penna ed è la Figlia di un dio svogliato del titolo (edito da CLEUP, Cooperativa Libraria Editrice Università di Padova). Con un titolo del genere e l'autoritratto dell'autrice in copertina, con quegli occhi così grandi e lo sguardo enigmatico, non avevo idea di cosa mi avrebbero raccontato.

Giulia mi catapulta nella vita di Sara, senza preamboli e senza inchini. Mi ritrovo seduta in una maleodorante aula universitaria a guardare il mondo con gli occhi di qualcun altro, con gli occhi di qualcuno che si incuriosisce nel conoscere gente non battezzata. Per Sara, da sempre educata agli insegnamenti religiosi della Congregazione, questa è una stranezza, ma per la sua famiglia è addirittura un'incongruenza inconcepibile. Sfogliamo le pagine e conosciamo pure loro, tre fratelli maschi con nomi biblici, un padre dalla presenza eterea e una madre, anzi la madre. Sara la chiama così, con l'articolo e per giunta in corsivo. La madre ha un ruolo determinante in tutta la vita vissuta di Sara, rappresenta una forza creatrice ma assolutamente distruttrice con il suo rigore religioso e il suo perfezionismo ascetico. I pensieri e i racconti della protagonista compongono il suo travagliato percorso interiore che mette in dubbio gli insegnamenti della Voce (la dottrina di cui sopra) che hanno talmente imbevuto la sua esistenza da non lasciarle fino a quel momento la possibilità di criticarli, di contestarli, ma anche di rifiutarli. Davanti ad un dio svogliato che sembra essersi dimenticato di lei, si scatena la necessità di liberarsi volontariamente delle catene impostegli fin da bambina contro la sua volontà, in un conflitto fisico e psicologico con la madre che comporta un allontanamento di Sara dal focolare domestico. La fase successiva è un procedere incespicante, difficile, asfittico e doloroso anche fisicamente ma sfocia nell'incontro - forse un po' salvifico - con un ragazzo. L'amore però non guarisce immediatamente tutte le ferite. Sara prima di amare qualcun altro deve riuscire ad imparare ad amare se stessa, deve riuscire a sentirsi la proprietaria della sua vita e delle sue scelte.

L'amore però non guarisce immediatamente tutte le ferite. Sara prima di amare qualcun altro deve riuscire ad imparare ad amare se stessa, deve riuscire a sentirsi la proprietaria della sua vita e delle sue scelte

La narrazione frammentaria seguendo il filo dei pensieri, delle digressioni e riflessioni si può leggere come una sorta di diario intimo, probabilmente composto in tempi diversi. Questa frammentarietà non deve essere vista come un difetto, anzi aiuta il lettore a vivere empaticamente il travaglio e la presa di coscienza della protagonista. Il passaggio dallo stupore alla consapevolezza è evidente anche nelle scelte stilistiche dell'autrice. Per essere così giovane e alla sua prima pubblicazione, Giulia Calore si dimostra un'attenta conoscitrice della lingua e del suo uso, le parole e le costruzioni sono cariche di espressività: nessuna frase e nessun vocabolo è lasciato al caso, non scadono mai nel banale o nei patetismi.

Dopo novantacinque pagine ho probabilmente conosciuto meglio Sara, ma ho la sensazione che ci sia tanto di Giulia tra le righe perché quando la fantasia riesce a creare un personaggio così complesso è quasi impossibile che non ci sia qualcosa dell'autore dentro. Così io seguo il mio istinto e faccio il tifo per entrambe.


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