“Adesso devo stare nell’ombra. Devo circondarmi di silenzi e di solitudine. Tirare le pesanti tende e chiudere gli scuri affinché il mio viso, così tanto ammirato da radunare le folle di Roma, solo per coglierne un fugace sguardo, venga dimenticato. Perché questo è il volere di mio fratello Alessandro, cardinale in scesa per il soglio pontificio. Perché adesso io, Giulia Farnese, sono diventata scomoda”. (tratto dal romanzo “Giulia una donna fra due Papi” ed. Parallelo45 di Silvia Lorusso Del Linz)
Volutamente celata, condannata ad una sorta di “damnatio memoriae”, che attribuisce un volto, ma non la certezza, alla Madonna con Bambino dipinta da Pinturicchio nella Sala dei Santi dell’appartamento Borgia in Vaticano. Strana sorte per una donna nota per la sua bellezza, il cui destino è stato tracciato dalla famiglia proprio in virtù dei lineamenti cesellati nell’ovale perfetto. Ma chi era Giulia Farnese? E perché di lei si conosce solo il suo legame con i potenti che hanno cercato di gestirne l’esistenza? La storia riporta le gesta degli uomini famosi che ne hanno deciso le sorti, per le donne restano solo i ritagli, la cui importanza risiede solo fra le pieghe del loro rapporto di mogli, figlie, amanti.
Il dipinto è Madonna con Gesù Bambino delle Mani del Pinturicchio databile attorno al 1492. Per cancellare lo scandalo (la Madonna ha il volto di Giulia Farnese) il dipinto venne distrutto, ma l’opera venne vista da numerosi storici e artisti, compreso Vasari, e ne furono tratte delle copie, quella più fedele dal pittore mantovano Pietro Facchetti. Venne ridotta in frammenti anche la copia del Facchetti ma conservarono i frammenti più belli: il volto della Madonna e il Bambino.Giulia Farnese appartiene ad una delle famiglie nobili dell’alto Lazio: il ducato dei Farnese. Come ogni fanciulla della nobiltà viene mandata in convento per il percorso di studi ed educazione fino al giorno in cui la madre Giovannella Gaetani Farnese, convinta dall’ambizioso figlio e fratello di Giulia, non la richiama presso la famiglia per un disegno che le sconvolgerà l’esistenza. Giulia, nata nel 1474, ha quindici anni quando nel 1489 viene portata dal fratello Alessandro al cospetto dell’uomo più potente di Roma: il cardinale Rodrigo Borgia. La straordinaria bellezza di Giulia rappresenterà la chiave di accesso per il potere romano, il biglietto d’ingresso per consentire ad Alessandro Farnese la scalata al soglio pontificio.
La fanciulla viene letteralmente venduta dai Farnese al maturo cardinale, successivamente nominato papa con il nome di Alessandro VI, meritando da parte dei romani l’appellativo di Sponsa Christi.
Siamo all’inizio dell’epoca Rinascimentale, per Giulia è impossibile sottrarsi al volere della famiglia. Ma ha un carattere forte e un’anima sensibile e generosa. Il suo sorriso solare riscalda lo sguardo triste di Lucrezia Borgia, l’unica figlia femmina del papa di cinque anni meno di lei, e tra le due nasce un legame affettivo forte, che permetterà alle due fanciulle di fronteggiare la situazione in cui si trovano.
Dama col liocorno, opera di Raffaello, 1505Giulia La Bella si forma fra gli intrighi di corte e il potere, continuamente vessata dalle richieste del fratello Alessandro che pretende nomine all’interno della Chiesa per una carriera sempre più di prestigio in virtù delle grazie e dell’ascendente che la sorella ha nei confronti del papa, il suo amante. Ma Giulia, nonostante la bellezza e l’ammirazione che suscita, non è interessata alla vita di corte, e tiene testa al suo amante. Addirittura, appena si creerà l’occasione, scapperà da Roma e si ritirerà a Carbognano, il feudo appartenente alla famiglia del defunto marito: il conte Orso Orsini, sposo con cui non ha quasi mai giaciuto, ma che le è stato imposto per ‘l’unione dei feudi e del potere che ne sarebbe derivato, da Rodrigo Borgia e dal fratello Alessandro Farnese.
Giulia conduce la propria battaglia di emancipazione fra le mura del Vaticano, mostrando forza e carattere, non facendosi annientare nel corpo e nell’anima. Adora la sua bambina Laura, cosa non usuale per i tempi, fa scolpire il nome della figlia su ogni arco esterno del castello di Carbognano dichiarando: “L’unico amore della mia vita è mia figlia Laura”.
Per la donna dalla bellezza leggendaria, che dormiva fra le lenzuola di seta nera, e alla cui immagine facevano riferimento le donne di Roma per l’abbigliamento e le acconciature, il desiderio più grande era un posto tutto suo dove dimorare insieme alla figlia, lontana da Roma e dalla sua dissolutezza.
La forza del carattere di Giulia La bella, e la lotta con la vita a cui era stata designata, si intuisce anche dal testamento che lasciò, in un’epoca in cui le donne raramente potevano fare un proprio documento di lascito. Scrisse che lasciava ogni suo avere alla figlia Laura Orsini, mentre al fratello Alessandro, divenuto in seguito papa Paolo III, il pontefice passato alla Storia per la Controriforma e istitutore del Santo Uffizio dell’Inquisizione, un solo mobile: “il letto matrimoniale in cui aveva giaciuto per favorire la sua ascesa”
Silvia Lorusso alias Penelope