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Giulia transportation engineering in Spain

Creato il 16 ottobre 2010 da Ilariacaroli

Giulia transportation engineering in Spain.


chi è giulia?
sono nata a Udine, nel 1983. Papà friulano e mamma argentina, storia curiosa..perché i miei nonni materni sono in realtà friulani e emigrarono dopo laguerra a Buenos Aires, mia mamma poi tornò in Italia a fare un master dopola laurea e qui conobbe mio padre.. e non tornò più. Quindi forse ce l'honel sangue questo di vagabondare e viaggiare, partire e ritornare :) Hoanche una sorella più piccola ('86) che è peggio di me e ha vissuto intantissimi paesi, per motivi di studio, e ora inizierà la sua carrieralavorativa in Cambogia (ha studiato relazioni internazionali, politica).
la tua storia di girovaga?
Dopo il liceo mi sono iscritta a Ingegneria Civile, a Udine,la mia città. Finì la triennale, ma non ero contenta. Avevo tutto.. la miacasa, la mia famiglia, i miei amici.. però mi mancava qualcosa.. e cosìdecisi di continuare con la specialistica e di partire subito per l'erasmusin.. Spagna. Mai scelta fu più azzeccata. Potrà sembrare uno stereotipo,pero quei 6 mesi a Santander mi hanno cambiato la vita. Ho imparato aguardare al 'diverso' con altri occhi, ho imparato a relazionarmi con gentedi altri paesi, ho imparato a non avere paura a prendere le mie decisioni.Quando tornai in Italia, era l'estate del 2006. Il mio piccolo mondo udinesemi stava stretto, seppure l'amassi, e decisi di finire la specialistica aTorino per potermi specializzare in Ing. Civile - TRASPORTI. Finalmenteavevo individuato il mio campo, il mio ambito. I trasporti. Cosa che nonavevo chiara dopo i primi 3 anni di studio. E così via di nuovo.. verso ilPiemonte. Terra che mi ha accolto benissimo. Gente, luoghi, sapori,odori,... che non dimenticherò mai. Tesi di laurea: 2 mesi a Rotterdam e 1mese a Londra. Prof dinamica che mi dà la possibilità di viaggiare eassaporare il profumo di libertà e novità dei paesi del Nord. E parteciparead un progetto europeo sulla mobilità pedonale che mi appassiona e mi faterminare il Politecnico con il max dei voti. La parentesi torinese è duratasolo 2 anni: dopo la laurea, mi si è offerta subito una bella possibilitàlavorativa proprio nel mio friuli, a Trieste.
il ritorno a casa?
Si trattava diun lavoro nel pubblico, un' azienda che poteva darmi buone garanzie infuturo, e così iniziai a lavorare. Ma non ero affatto soddisfatta.. troppigiochi di potere, di scambi di favore, etc. Non mi sentivo a mio agio. Avevo1000 idee, ma non potevo esprimerle.. mi sentivo in gabbia.
come hai cambiato le cose?
Iniziai così aguardarmi attorno. Il raggio d'azione? Infinito. Non avevo limiti. Senza unragazzo, senza paure, senza vincoli. Mandai CV ovunque! Iniziai a pensareanche al dottorato, pallino che avevo sempre avuto... finchè alla fine michiamarono da un Centro di Ricerca sui Trasporti (TRANSyT) qui a Madrid.Potevo lavorare e al contempo fare il dottorato. Non me lo sono fataripetere due volte e sono partita, anzi: sono ritornata (in spagna). A Udineavevo (ho) tutto quello di cui ho bisogno. Stavo bene, ma dal punto di vistalavorativo ero logorata. E così ho lasciato tutto... per essere piùsoddisfatta nel lavoro! Non c'è una storia di amore dietro a questo, non c'èun rapporto conflittuale con la mia famiglia, non c'è nulla di tutto ciò.C'è solo la voglia di sentirsi valorizzati e considerati.
oggi la tua vita?
Vivo ormai qui da un anno e mezzo e sono contenta. Mi occupo di pianificazione dei trasporti,indagini di mobilità, analisi delle reti di trasporto. Sono un ingegnere ein parallelo faccio il dottorato. Ci sono giorni davvero pesanti, ci sonogiorni che mi chiedo "chi me l'ha fatto fare", ma nel complesso sonosoddisfatta!! Viaggerò ancora: per avere il dottorato europeo dovrò stareminimo 3 mesi in un altro centro di ricerca europeo.. la valigia sempre inmano. E' questo che mi piace, ORA. Poter essere sempre in movimento. Finchèsono single, è questo che voglio. Comunque, non escludo di tornare un giornoa casa, a Udine o comunque in Italia, però se ciò avverrà... sarà solo nelmedio-largo plazo e sempre nel caso possa fare ciò che mi piace e che faccioqua.
cosa non va ancora?
L'italia infatti manca, manca molto. Anche se è a 2 passi dalla Spagna.Manca il cibo, manca la gente, mancano le piccole cose. Sono realizzata quia Madrid, ma forse un giorno tornerò. E' questa la rabbia: sapere chepotresti essere utile per il tuo Paese, ma sei costretto a vivere altroveperché non ci sono i mezzi, perché ti considerano ancora un povero'neolaureato', etc. Non c'entra la crisi, è un discorso più ampio.. Il puntoè che non ci sarà mai una svolta radicale e se l'Italia cambierà sarà unprocesso lento e lungo.... e forse io chissà quanti anni avrò, però ci credoin questo cambio ed è ora di iniziare. Penso anche ai miei che invecchiano,alle "amicizie di una vita" che è sempre più difficile mantenere a distanza,penso alle piccole cose quotidiane. Sembra che sia nostalgica, ma in realtàsono più che altro arrabbiata con il sistema che c'è nel mio "ambito" (=trasporti, ingegneria civile). Sono arrabbiata perché ci formano e poilasciano andare... e non c'entra la crisi. Viaggiare è splendido e trovarela propria dimensione (io qui a Madrid posso davvero dire di averla trovata)è il massimo, ma se le condizioni me lo permetteranno, un giorno torneròalle mie radici. ... sempre che non trovi la mia anima gemella qui in Spagna.


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