Con le due serate riservate a Giuliano Palma e Simona Molinari, diversissime tra loro per “location”, composizione del pubblico e genere musicale, è calato il sipario sul tradizionale “Festival Città di Cernobbio” 2014, l’appuntamento (ci si augura) è per l’estate dell’anno prossimo.
Mercoledì 06 una folla di migliaia di persone era in piedi sul grande prato davanti a Villa Erba, all’ombra di alberi più che centenari, la fascia di età maggiormente rappresentata era compresa fra i 20 e i 40, compagnie intere di amici, qualche famiglia con figliolanza al seguito, qualcuno, più previdente degli altri, visto che l’organizzazione non “passava” posti a sedere, si era dotato, in una logica alla “do it yourself” di sedie pieghevoli da giardino e teli mare da stendere negli angoli più appartati e lontano dalla “mischia”, piuttosto turbolenta e agitata. L’irruzione di Giuliano Palma (l’“Old boy” o “The King”, com’è spesso chiamato) sul palcoscenico è stata come una corrente irresistibile di energia, elettricità e vitalità che ha attirato tutti nel vortice del ritmo, spingendo a ballare anche i più restii, nonostante il caldo, sia dell’aria, che dovuto alla ressa di corpi troppo compressi fra di loro. Uno dopo l’altro, si sono succeduti brani dal sapore “nostalgico”, resi attuali da arrangiamenti originali e ben studiati, che hanno ridato loro nuovo smalto e “assimilabilità”, fra cui le “cover” di “Testardo io” (ndr nella prima versione di “Iva Zanicchi” era, per ovvi motivi, “Testarda”), “Che cosa c’è” di Gino Paoli, “Pensiero d’amore”, già cavallo di battaglia di Mal, “Tutta mia la città” dell’Equipe84 e poi tutta una serie di pezzi in cui si è spaziato ad ampio raggio fra più generi, “reggae”, “funk”, “rock”, “rhythm & blues”, “soul” americano e “rocksteady” giamaicano, senza dimenticare il successo sanremese di quest’anno, “Così lontano”. Palma ha straordinarie qualità di intrattenitore, vulcanico e “iperattivo”, sulla scena fa letteralmente il diavolo a quattro, comprese piroette su se stesso, sforbiciate aeree e salti acrobatici, anche le battute nascono al momento dalle situazioni, come lo spunto ispirato dal flagello di fastidiosi insetti che lo stavano divorando vivo mentre cantava “Mi è rimasta incastrata in gola una zanzara, ne ho già ingoiate un paio … non ne posso più, non avete per caso una bomboletta di Autan?”. Congedo con l’indimenticabile “Messico e nuvole” del grande Enzo Iannacci, del quale Palma avrebbe tutte le carte in regola, “estrosità” in testa, per essere considerato il degno erede.
Venerdì 08, all’interno del padiglione a vetri nel parco di Villa Erba, stavolta con gli spettatori comodamente seduti, c’è stata l’esibizione della giovanissima Simona Molinari e del suo “ensemble”, la “Mosca Jazz Band”, con un “parterre” forse meno “popolare” e, in compenso, anche in età più avanzata, indicativamente, 45-65 (e oltre). Ex-cantante di piano-bar, vincitrice di “Sanremolab” nel 2009, è conosciuta per i brani sanremesi del “festival” edizione 2013 “La Felicità” – che ha proposto anche a Cernobbio-, cantato con Peter Cincotti e “Dr. Jekyll e Mr. Hyde”, donatole da Lelio Luttazzi. Elegantissima, in miniabito dorato che lasciava una spalla scoperta e scarpe con “plateau” metallizzate e tempestate di lustrini, dotata di garbo, classe e grazia, con il valore aggiunto del bell’aspetto e del sorriso aperto, ha sempre accompagnato i motivi che aveva in repertorio, che ha definito “elettro-swing” con contenuti passi di danza e ha poi voluto omaggiare la “regina del jazz” Ella Fitzgerald, cara alla sua formazione, interpretandone qualche “hit”, alla grande artista è intitolato il nuovo concerto che la Molinari porterà in scena nel prossimo autunno, facendo tappa il 07 ottobre a Tokyo. Esplosione finale di applausi del numeroso pubblico presente, con tanto di “standing ovation”, sul brano conclusivo, una delle molteplici “perle” di Ennio Morricone, dove la ragazza ha dispiegato tutte le sue qualità, un canto cristallino, che eccelle nel registro alto, espressivo, sfumato e capace di emozionare, parlando del musicista, premio Oscar, ha detto “Ogni volta che canto le canzoni di Morricone, quando sono all’estero, mi sento orgogliosa di essere italiana”.
by Fede