Quando si dice talis pater, talis filius. In questo caso però, padre e figlio non potrebbero essere più diversi. Certo, l’augusto genitore, il grande Rodolfo di Boemia (qui a sinistra nel ritratto) fu afflitto, negli ultimi anni della sua esistenza, da una grave forma di malinconia (depressione, diremmo oggi, con un termine ormai abusato). Ma il figlio illegittimo dell’imperatore, don Giulio, era classicamente e banalmente pazzo. Ma andiamo con ordine. Siamo agli inizi del Seicento e Rodolfo d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, ha spostato la capitale da Vienna a Praga. E’ uno dei più grandi mecenati di tutti i tempi e colleziona una quantità impressionante di opere d’arte. Non solo. Il sovrano si dedica alle scienze occulte e la sua corte è frequentata da loschi figuri, come John Dee ed Edward Kelly e pare che proprio per le sue mani sia transitato il famosissimo manoscritto Voynich Come un’altra grande sovrana contemporanea, Elisabetta Tudor, Rodolfo non si sposerà mai. Ha, però, un’amante: Anna Maria Strada. La Strada gli dà, probabilmente, diversi figli illegittimi. Tra tutti, il più amato e infelice, è proprio Giulio Cesare d’Asburgo. Nasce intorno al 1585 e di lui il nunzio apostolico in Boemia monsignor Ferreri dice che è selvaggio e violento. Nel 1605 Rodolfo nomina il figlio Signore di Krumlov, una provincia dell'impero. Nel 1607 Giulio prende Markéta Pichlerová, la figlia di un cerusico locale, come sua concubina. castello di Krumlov Per ragioni che non siamo in grado di ricostruire Giulio Cesare ebbe un accesso d’ira verso la ragazza. La aggredì con una spada e la gettò dalla finestra. Questa defenestrazione, tuttavia, non ebbe l’effetto sperato di ammazzare la povera vittima. La ragazza riuscì in qualche modo a raggiungere la casa del padre e a nascondersi. Non appena don Giulio seppe che la giovane era ancora viva, ordinò che fosse ricondotta al castello. La sventurata non venne trovata e, al suo posto, il cerusico suo padre fu messo in catene e condannato a morte. Dopo qualche giorno, per scongiurare la minaccia di morte, ricompaiono moglie e figlia del cerusico. Markéta, avendole il principe promesso l'incolumità, si consegna in cambio della scarcerazione del padre. Viene accontentata e, per qualche tempo, tutto fila liscio. Una sera, uno dei servitori si reca ad attizzare le candele nella stanza del Signore e, spalancato l'uscio, si trova di fronte una scena orrenda. La giovane donna indossa una veste da notte ed è stesa sul grande letto. Il principe, chino su di lei, infierisce sul povero corpo, smembrandolo pezzo per pezzo e spargendo brani di carne per la camera. Il mattino dopo, il principe viene trovato accanto al cadavere, con le lacrime agli occhi, intento ad accarezzare le ferite che egli stesso ha inferto. Come se un altro avesse agito al suo posto, dispone delle esequie solenni per la fanciulla. Il corpo deve essere messo nella bara pezzo per pezzo. Poi Giulio comincia a vagare per i campi, coperto di sangue e con uno sguardo tanto folle che neanche i cani osano avvicinarlo. Arriveranno a prenderlo le guardie dell’imperatore, avvisato della tragedia. Giulio d’Asburgo viene imprigionato a Krumlov e sottoposto a una serie interminabili di cure, dalle abluzioni con erbe curative ai salassi. Ma il principe rimane impenetrabile nella sua follia e urla indecenze ai religiosi che si avvicinano per liberarlo dal Male. Rifiuta di lavarsi e di nutrirsi. Il suo stato di salute peggiora. Scrive un cronista contemporaneo: "il 25 giugno 1609 don Giulio Cesare d’Austria, il bastardo, rende la sua anima maledetta al diavolo". Fonti: Mad princes of renaissance Germany di H. C. Erik Midelfort Don Julius and his Fate
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Giulio Cesare d'Austria, il principe nero della Casa d'Asburgo
Creato il 14 aprile 2010 da Luca FilippiI suoi ultimi articoli
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