(The Asphalt Jungle)
Regia di John Huston
con Sterling Hayden (Dick “Dix” Handley), Louis Calhern (Alonzo D. Emmerich), Jean Hagen (Doll Conovan), James Whitmore (Gus Minissi), Sam Jaffe (Dottor Erwin Riedenschneider), John McIntire (commissario Hardy), Marc Lawrence (Cobby), Barry Kelley (tenente Ditrich), Anthony Caruso (Louis Ciavelli), Teresa Celli (Maria Ciavelli), Marylin Monroe (Angela Phinlay).
PAESE: USA 1950
GENERE: Noir
DURATA: 112′
Uscito dal carcere, il dottor Riedenschneider progetta un colpo milionario ad una gioielleria. Il piano va a gonfie vele ma, quando è ora di spartirsi il bottino, iniziano i guai…
Tratto dal romanzo omonimo di W. R. Burnett, adattato da Ben Maddow e John Huston. Non è soltanto l’archetipo del big caper movie (film su un colpo grosso) e uno dei noir più belli di tutti i tempi per ritmo, personaggi, atmosfere è, anche e soprattutto, una delle più riuscite parabole sull’avidità umana che Hollywood abbia mai partorito. Huston rappresenta la piccola criminalità degli anni ’50 come una micro comunità disagiata, fatta di piccoli operai del crimine che si battono inutilmente per sfondare senza mai riuscirci. In un mondo governato dal caos, dall’ipocrisia e dal grigiore “morale”, gli uomini danzano come pedine destinate a cadere per loro stessa colpa. Comincia come un racconto corale e, pian piano, si focalizza sull’antieroico personaggio di Dix Handley, criminale per esigenza, perdente per natura, destinato a morire dissanguato tra quei cavalli selvaggi che sognava di allevare e che diventano uno struggente simbolo dell’innocenza perduta. Proprio la scena finale, in cui Dix finalmente “torna a casa”, è uno dei passi più commoventi della storia del cinema americano. Huston, pessimista razionale che rinuncia a qualsiasi lieta fine o catarsi, osserva i suoi losers senza giudicarli: manca una netta divisione tra buoni e cattivi e, ognuno di loro, è approfondito (e rispettato) nelle proprie psicologie e nel proprio retroterra di dolore e miseria. Ad una regia elegante e sinuosa, si aggiungono una serie di contributi tecnici ineccepibili: la suggestiva fotografia di Harold Rosson, le funzionali musiche di Miklos Rozsa e le magnifiche interpretazioni degli attori. Marylin Monroe, al suo primo film importante, è l’amante dell’avvocato, ed è grazie a lei se il film si arricchisce di una sottile carica erotica che non fa che renderlo ancor più affascinante. Quattro nomination agli Oscar, ma nessuna statuetta. Da vedere.